Parma, 10 gennaio 2019 – Marco Costa ha 12 anni, un viso franco con due occhi scuri che ti guardano senza paura e una passione grandissima: quella per i cavalli Bardigiani, razza equina autoctona dell’Appennino che prende il nome proprio dal paese dove è nato anche lui.
L’ho conosciuto la sera della festa di Natale degli allevatori del cavallo Bardigiano, e di lui mi ha colpito subito una cosa: è l’unico ragazzo di questa età che mi sia capitato d’incontrare con le mani callose e asciutte di un adulto, perché lui governa ogni mattina i suoi cavalli – Arcobaleno e Camilla – prima di andare a scuola.
Marco ha una malattia autoimmune che gli crea problemi ai reni, di quelle che ti porti dietro per tutta la vita e che devi controllare con cure più o meno pesanti a seconda di come vanno le cose e ti insegnano ad adeguarti alla situazione contingente con santa pazienza.
Ma Marco ha anche una medicina del tutto speciale, e sono i suoi cavalli.
E’ stato così gentile da farmi leggere un suo tema dove spiega cosa significano per lui e permettermi di condividerlo con voi: buona lettura.
“Cosa voglio fare da grande è già scritto nel mio destino da quando avevo tre anni.
Sono sicuro che il mio destino è di fare l’allevatore di cavalli Bardigiani.
Il mio mondo è quello, fin da piccolo aiutavo un mio grande amico, Giuseppe Tedaldi, un allevatore di qua.
Lo aiutavo a gestire i suoi cavalli in fiera a Monti, la piu importante per un allevatore di Bardigiani, la passione è nata li ed è diventata tanto forte da farmi desiderare un cavallo tutto mio, un cavallo che per tanti non è bello ma per me si.
E’ Arcobaleno, il mio primo cavallo, che abbiamo salvato dal macello.
Lui mi guarda e ci capiamo subito, sa che quello che voglio: cavalcare insieme, galoppare specialmente perché lui ha un galoppo fantastico.
Quando avevo 7 anni mi hanno detto che ho una malattia ma io non mi sento malato, anzi mi sento proprio un forte stallone Bardigiano, e fiero di esserlo.
Ho un problema ai reni, dicono che non dovrei montare in sella… ma solo perché non sanno che è questa, solo e soltanto questa la mia cura.
Se non avessi avuto questa passione non so se ci sarei saltato fuori, io sono nato per stare su un cavallo e sentire il rumore degli zoccoli sulla terra.
La libertà che si prova è unica, devi amare gli animali per capire come stare bene al mondo; le persone sono strane, gli animali li guardi negli occhi e sai se ti puoi fidare.
Nella mia vita c’è scritto tutto questo, io preferisco le persone anziane che hanno tanto da insegnarmi: ho tanti amici ma la maggior parte sono anziani, perché con loro ho tutto da imparare.
La vita che vorrei è questa, semplice come me: un bambino che si sente grande ma che ha tanto da imparare, la mia terra con i suoi profumi le sue tradizioni e i miei amici a quattro gambe“.
E voi, prendete la stessa medicina di Marco? io sì.