Bologna, agosto 2016 – I Giochi Olimpici sono un evento di tale importanza che oltre a chi va in campo per gareggiare fa molta notizia anche chi da quel campo viene escluso per un motivo o per l’altro. Tralasciando i casi di chi ha purtroppo perduto il treno olimpico per pura sfortuna a causa di incidenti subiti dal proprio cavallo (il caso del francese Simon Delestre con il suo Ryan des Hayettes infortunatosi in box proprio una volta giunto in Brasile) o per non sufficiente stato di forma (ancora un volta l’esempio più significativo è francese: Patrice Delaveau e Orient Express) o ancora per volontaria autoesclusione (il britannico Scott Brash con Hello Sanctos), i casi più eclatanti sono quelli di Meredith Michaels Beerbaum e di Rodrigo Pessoa, entrambi selezionati ma nel ruolo di riserva.
Il caso di Meredith Michaels ha fatto infuriare Markus Beerbaum, marito e trainer dell’amazzone tedesca (oltre che fratello minore di Ludger), che si aspettava di vedere la moglie nel quartetto titolare della Germania. In effetti il cavallo di Meredith Michaels, Fibonacci, è arrivato fino alla vigilia delle convocazioni in uno stato di crescita tecnica e agonistica continua e costante, mettendo spesso in mostra i suoi mezzi debordanti e un insieme sempre più convincente raggiunto con la sua amazzone, rappresentato come meglio non sarebbe stato possibile con il doppio percorso netto nella Coppa delle Nazioni vinta dalla Germania ad Aquisgrana lo scorso 14 luglio (ultimo di una serie di risultati eccellenti). Ma evidentemente tutto questo non è bastato a Otto Becker per sentirsi tranquillo e confidente: e si badi bene – questo lo si sottolinea per i lettori più giovani o per quelli di corta memoria… – che Becker oltre a essere c.t. della Germania da tempo, è stato anche un grande cavaliere con all’attivo tre Olimpiadi (oro a squadre e 4° individuale nel 2000 e ancora bronzo a squadre nel 2004), vincitore della Coppa del Mondo nel 2002, di un’infinità di Coppe delle Nazioni e di Gran Premi, per cui le logiche di una selezione e dell’appartenere a una squadre le conosce fin troppo bene. Dunque è assolutamente da escludere che la sua sia stata una decisione avventata e… casuale: i motivi per aver ritenuto Fibonacci e la sua amazzone non all’altezza di un ruolo da titolari in queste Olimpiadi esistono di certo e, piaccia o meno, vanno rispettati, anche se ovviamente non possono che addolorare chi ne subisce le conseguenze. Certo è che sono molti i responsabili tecnici che farebbero i salti mortali pur di avere i problemi di abbondanza di Otto Becker…
Molto diverso il caso di Rodrigo Pessoa, il quale ha sdegnosamente rifiutato il ruolo di riserva. Con ragione? Con torto? Ci sono motivi a sufficienza per avvalorare sia la ragione sia il torto. Nel Brasile l’abbondanza tedesca proprio non c’è, e tuttavia il c.t. George Morris ha ritenuto di non avvalersi di Rodrigo Pessoa come titolare. Ovviamente quando si parla di sport equestre non è possibile usare la stessa logica del… calcio, per esempio: metto un giocatore perché mi piace di più di un altro… Qui sono i cavalli a fare la differenza, fermo restando il valore assodato e riconosciuto del cavaliere. Infatti Morris ha esplicitamente dichiarato di non ritenere la cavalla di Rodrigo – Cadjanine Z – all’altezza del compito, mentre Pessoa ha controbattuto che lui è sempre stato capace di portare i suoi cavalli al meglio della forma tecnica e agonistica al momento del dunque: come dire, adesso non siamo al massimo, ma per le Olimpiadi saremo pronti. Ovvio che un ragionamento del genere per un selezionatore non funziona molto… anche per una questione di rispetto nei confronti degli altri cavalieri. Però qui le cose sono paradossalmente meno semplici che nel caso di Meredith Michaels, che è riserva in una squadra di binomi fenomenali. Nel Brasile oggettivamente parlando non ci sono binomi marcatamente migliori di quello composto da Rodrigo Pessoa con Cadjanine Z: e di contro si può ribadire non solo la bravura di Rodrigo, ma anche la sua esperienza, il suo sangue freddo… e soprattutto l’essere il cavaliere brasiliano più rappresentativo e vincente dai tempi di suo padre Nelson. E il Brasile ha le Olimpiadi in… Brasile, come è noto… : quando mai ricapiterà un’opportunità del genere? L’opportunità per un cavaliere di gareggiare in un’Olimpiade davanti agli occhi del proprio pubblico, e nel contempo l’opportunità per il pubblico di ammirare il proprio miglior cavaliere impegnato in un’Olimpiade in casa? Ma se nel caso di Otto Becker l’esperienza dell’uomo e quella del cavaliere si presume debbano giustificare e motivare la scelta del tecnico, cosa si deve dire a proposito di Morris che delle glorie del salto ostacoli statunitense è autore sia come atleta in campo sia come trainer a bordo arena? Chi ha più o meno timidamente contestato la scelta di Morris definendolo ‘vecchio e superato’ non si rende conto che la modernità del tecnico statunitense – che da sempre vive senza interruzione alcuna nel mondo del salto ostacoli internazionale – va ben oltre i dati anagrafici (lui è nato nel 1938). Ma poi c’è soprattutto una ultima considerazione da fare: è credibile pensare che la federazione brasiliana abbia a suo tempo ingaggiato George Morris senza il benestare o quanto meno il gradimento di Rodrigo Pessoa e soprattutto di Nelson, che di Morris non solo è coetaneo ma anche compagno/avversario di meravigliose sfide agonistiche sui campi ostacoli di tutto il mondo? Detto ciò, non vedere in campo proprio a Rio de Janeiro Rodrigo Pessoa fa un po’ male al cuore…
12 agosto 2016