Siena 19 giugno 2015 – I cavalli come nuova asset class di investimento. Lo dice uno studio su “Cavalli da salto: da uno sport meraviglioso una nuova asset class” realizzato dall’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena. Sono gli sport equestri in generale a creare occupazione diretta e indotta, nonché giro di affari legato al mondo delle scommesse in tutto il mondo. Ed anche quotazioni record per i quadrupedi fuoriclasse nelle rispettive discipline. È il caso di “Fusaichi Pegasus”, quotato 70 milioni di dollari, “Shareef Dancer” 40 milioni, “Totilas” 21. “The Green Monkey” e “Palloubet d’Along” rispettivamente 16 e 15 milioni di dollari. Sono prezzi al limite ai quali alcuni tra i cavalli sportivi migliori del mondo sono stati venduti nel corso del tempo, ma i valori medi sono comunque elevati. Come avviene per ogni settore che presenta opportunità finanziarie, l’attenzione degli investitori si è rivolta anche al mondo dell’ippica tanto che dal 2012 è attivo un fondo “Equi Future Champions”, il cui scopo è investire in cavalli, in particolare quelli da salto. Il cavallo da salto che ha raggiunto la valutazione più elevata è stato appunto il già citato Palloubet d’Along, venduto nel 2013. Il salto ostacoli, così come il dressage ed il completo, sono le discipline olimpiche che tanto successo stanno avendo nel mondo, come testimonia la grande affluenza del pubblico durante le manifestazioni. Anche i premi distribuiti ai vincitori durante questi concorsi sono aumentati molto durante gli ultimi anni, e per gli eventi più qualificati raggiungono cifre ormai comprese tra i 500 mila e il milione di USD. Oltre agli eventi sportivi in sé, un grande giro d’affari è generato dalle scommesse, il cui valore è stimato nel mondo in più di 400 miliardi di Dollari Usa, tra quelle regolamentate e non. Calcio ed ippica convogliano la maggior parte di questi flussi. Per quanto riguarda il settore equestre in generale, il contenuto economico in termini di addetti, fatturato e contributo al PIL è rilevante soprattutto nei paesi anglosassoni, in particolare negli USA, Regno Unito e Germania. Negli USA esistono 1,4 milioni di posti di lavoro con un giro d’affari complessivo di 112 miliardi di Dollari. In Germania 300mila lavoratori il 10mila aziende per 5,4miliardi di Euro. Nel Regno Unito il settore equestre vale circa 7 miliardi di Sterline e contribuisce al PIL per il 5,4%, secondo i dati forniti dalla British Horse Industry Confederation, numeri certamente molto importanti. Gli USA sono il paese con il maggior numero di cavalli al mondo (10 milioni di capi) mentre la maggior densità di animali rispetto al numero di abitanti è dell’Asia Centrale e del Sud America dove esistono 2 capi ogni 100 abitanti. In Italia, anche se il settore non vive una situazione florida come in passato, permangono notevoli competenze e una forte tradizione che potrebbero contribuire a generare nuovo impulso all’economia legata a questo tipo di investimenti.