Mosul, 29 settembre 2016 – Che i Jihadisti non brillino per autoironia si era già capito da un pezzo: brillare brillano, ma generalmente solo quando si fanno saltare con qualche po’ di esplosivo.
Ma in quanto a humor, zero: quindi c’era da aspettarsi che non avrebbero gradito la silenziosa e anonima protesta a mezzo asino che negli ultimi giorni sta dilagando per Mosul, l’ultima roccaforte del Califfato iracheno: se ne sono visti girare alcuni con la foto del Califfo, Abu Bakr al Baghdadi, appesa addosso.
Ovviamente gli asini sono incolpevoli del gesto, sempre che di colpa si possa parlare: ma questo ai terroristi non importa granché, e stanno dando la caccia a tutti gli esemplari di orecchie lunghe coinvolti nella protesta per abbatterli.
Contemporaneamente sono scattate le richerche ai responsabili della provocazione: “Degli ignoti hanno provveduto ad appendere fotografie del leader di Daesh (acronimo in arabo dell’Isis) su numerosi asini che sono stati visti girare nel centro di Mosul”, riferisce una fonte direttamente da Mosul che, per motivi di sicurezza, preferisce rimanere anonima: “che ha allertato i suoi elementi lanciando una vera e propria caccia agli asini per ucciderli” e sta effettuando “irruzioni su larga scala in vari quartieri di Mosul in cerca dei responsabili”.
Ma a Mosul, nella tana del Califfo, qualcosa comincia a scricchiolare: e gli asini si sa, sono sempre dalla parte della ragione.