New York, maggio 2016 – La notizia vera riguarderebbe un altro lavoro di Maurizio Cattelan, che al momento sta causando qualche problema ad una istituzione culturale della Grande Mela, il Guggenheim Museum: si tratta di un water (sì, proprio così: la tazza di un gabinetto) in oro massiccio a 18 K. che sarà consegnato in ritardo dalla fonderia italiana che lo sta realizzando. Non sappiamo se il w.c. sia un omaggio a Marcel Duchamp e al suo epocale orinatoio del 1917, piuttosto che alla pubblicazione Toilet Paper, rivista d’arte alla quale collabora Cattelan o alla celebre scatoletta di Piero Manzoni del 1961: fate vobis.
Gravi problemi tecnici comunque all’origine del caso mediatico, solo uno dei tanti che da sempre accompagnano la vita professionale dell’artista padovano che ha un indubitabile genio nella capacità di attirare l’attenzione di media e creare notizie: facile ironia quella del New York Times, che stavolta ha invocato un idraulico con la ventosa a 24 K. per risolvere il problema (il termine utilizzato dalla famosa testata era più simile al nostro prosaico “sturacessi”, ma ci scuserete la licenza poetica). Celebri le polemiche suscitate dalla sue installazioni con veri cavalli impagliati, e anche quelle seguite ad altre che rappresentavano cadaveri di bambini – finti sì, ma molto realistici e appesi a mò di impiccati in piazza XXIV maggio a Milano.
Comunque, stavolta il protagonista che interessa a noi è vivo e vegeto: si tratta di un asino di taglia grande, somiglia abbastanza ad un Martina Franca tanto per intenderci e che ha già esperienza nel mondo dell’arte avendo partecipato a due spettacoli del Metropolitan, la Bohéme e le Nozze di Figaro.
L’opera, che si intitola “Warning! Enter at your own risk. Do not touch, do not feed, no smoking, no photographs, no dogs, thank you” richiama il debutto di Cattelan negli States: è infatti la replica esatta di quella che mise in scena alla Daniel Newburg Gallery di Manhattan nel 1994 e comprende una stanza vuota, un asino e un lampadario in impeccabile stile chandelier.
Speriamo che questo asino, nonostante i trascorsi lirici, sia meno rumoroso del suo predecessore: l’opera originale infatti venne fatta sgomberare dai vicini dopo sole 24 ore, i ragli d’asino forse non arrivavano al cielo di New York ma alle orecchie dei vicini sicuramente sì – ma allora si trattava di un donkey proveniente dalle zone rurali del Connecticut, logico che si sentisse spaesato a fare l’opera d’arte.
6 maggio 2016
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