Bologna, ottobre 2015 – Torna d’attualità il problema della tutela e del benessere dei cavalli che parteciperanno alle Olimpiadi di Rio 2016. In questi giorni Luiz Robert Giugni, il Presidente della Federazione Equestre Brasiliana, ha esortato il Ministero dell’Agricoltura brasiliano a fornire con urgenza, entro la fine di ottobre 2015, i protocolli sanitari necessari per “passare” la frontiera Brasiliana alle nazioni di residenza dei 200 cavalli atleti (60 per il dressage, 75 per il salto ostacoli e 65 per il completo) qualificati per Rio2016. Il rischio per la mancata comunicazione da parte del Ministero dell’Agricoltura brasiliano potrebbe far deviare l’organizzazione degli eventi delle discipline equestri olimpiche fuori dal Brasile. Ovviamente le dichiarazioni del Presidente della federazione equestre brasiliana hanno fatto il giro del mondo. Il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici è ottimista per un tempestivo intervento del Ministero dell’Agricoltura Brasiliano che porrà la soluzione al problema, Ministero che non ha ancora replicato al problema posto.
L’equitazione non è nuova ad un cambio di sede “al volo” per un evento a cinque cerchi infatti nel 1956 le Olimpiadi si svolsero in Australia ma la sede per le discipline equestri fu Stoccolma (SWE).
Per onore di cronaca segnaliamo che Rio2016 oltre al problema “equestre” sta facendo i “conti” con i numerosi ritardi dei lavori di costruzione o di ristrutturazione delle sedi e delle strutture ricettive adiacenti agli eventi cinque cerchi a ciò si aggiunge l’instabilità politica del Brasile alla ribalta della cronaca mondiale per il rischio “impeachment” del Presidente Dilma Roussef. Questi ultimi “dettagli” per noi italiani sono “all’ordine” del giorno quando ospitiamo un evento mondiale, li risolviamo con la “bacchetta magica” della creatività e con i sudati lavori dell’ultimo momento.