Bologna, giugno 2016 – Probabilmente alle persone che sul web si interessano di salto ostacoli sarà sfuggito un pezzo molto interessante uscito sulle pagine cartacee della rivista Cavallo Magazine qualche tempo fa (n. 355). Interessante perché parlano gli atleti azzurri in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, appuntamento agonistico per il quale la faccenda è nota: in salto ostacoli e in dressage abbiamo un posto grazie alle qualifiche ottenute per l’Italia da Emanuele Gaudiano e da Valentina Truppa, mentre per il completo abbiamo la squadra con tre componenti. Il momento in cui la Fise dovrà decidere chi inviare a Rio si sta avvicinando e così – ovviamente – l’atmosfera si sta scaldando soprattutto sul fronte del salto ostacoli e soprattutto dopo la straordinaria prestazione prodotta a Montecarlo da Emanuele Gaudiano e Piergiorgio Bucci con la vittoria dell’uno e il secondo posto dell’altro nel Gran Premio del Global Champions Tour. Quale è la materia del contendere? Un confronto sportivo tra i due? Sì, certo, ma non solo: perché siamo in Italia e se in Italia non ci mettiamo anche un bel contorno di polemiche, pregiudizi, strumentalizzazioni, dietrologie non siamo contenti. Ma prima di entrare nel merito della questione vediamo cosa hanno dichiarato i due protagonisti della vicenda a Cavallo Magazine in quel numero 355 di cui s’è detto.
EMANUELE GAUDIANO – «I miei due cavalli stanno bene e sono in forma. Corbanus ha meno esperienza di Caspar, ma è coraggioso e può saltare qualsiasi cosa su qualsiasi campo. Caspar ha tantissima qualità e se continua a saltare come sta facendo sarà lui il prescelto, anche se ha qualche problema sulla riviera: ci stiamo lavorando, vedremo come si comporterà nei concorsi che precedono Rio de Janeiro e poi decideremo».
PIERGIORGIO BUCCI – «Sul fatto che a Rio debba andare Emanuele nemmeno si discute: la qualifica l’ha guadagnata lui, lui sta facendo cose bellissime, è un cavaliere che in campo ostacoli ha una resa fenomenale. Detto questo, io mi preparo come se dovessi partecipare a mia volta: se dovesse esserci bisogno voglio farmi trovare pronto. Casallo è un cavallo che proprio in una gara come quella potrebbe dire bene la sua, soprattutto se sollevato da obblighi di squadra. Alla fine alle Olimpiadi si tratta di affrontare una specie di Gran Premio, pur con la differenza dovuta all’atmosfera, alle aspettative, alle pressioni… Poi posso pur sempre contare su un soggetto come Catwalk che già nel Campionato d’Europa di Aquisgrana lo scorso anno ha dimostrato di essere perfettamente in grado di affrontare impegni di questo tipo. Però ripeto: a Rio deve andarci Emanuele Gaudiano».
Bene, questo il pensiero di Gaudiano e Bucci che – come si vede – è abbastanza chiaro, e che è stato affidato al nostro giornale l’11 maggio 2016, dunque prima dello Csio di Roma dove Caspar la riviera l’ha saltata senza battere ciglio. Ma Piergiorgio Bucci ha avuto il grande… torto di fare a Montecarlo una gara formidabile, mettendo così in allarme preventivo quella parte di sostenitori di Gaudiano che in questo momento sono acerrimi avversari della Fise. Ma cosa c’entra la Fise? Beh, presto detto: la Fise dovrà decidere tra Gaudiano e Bucci (ma anche Emilio Bicocchi e Lorenzo De Luca, per dire) perché il regolamento delle qualifiche olimpiche dice che solo un italiano potrà partecipare a Rio e che non necessariamente deve essere colui il quale la qualifica l’ha conquistata; e poi perché Casallo Z – il cavallo di Bucci – è in parte di proprietà di Vittorio Orlandi. Il quale, notoriamente, della Fise è il presidente. Capito il problema? Un problema non da poco, ovviamente. Facciamo subito una premessa relativa a un dato di fatto: Vittorio Orlandi ha rilevato una parte della proprietà di Casallo Z per impedire che il cavallo venisse a suo tempo venduto a un proprietario straniero con conseguente sua perdita per i colori azzurri (sarebbe stato infatti acquistato per poi essere affidato a un cavaliere non italiano). E l’ha fatto senza alcuna pubblicità. Soprattutto l’ha fatto prima di essere eletto presidente della Fise, e cioè alla lontana vigilia del Campionato d’Europa di Herning 2013 quando la presidenza della Fise era ancora nelle mani di Antonella Dallari (il commissariamento sarebbe cominciato nel mese di luglio, il Campionato d’Europa è cominciato il 20 agosto). Questi sono semplici fatti: poi ognuno è libero di interpretarli come meglio crede, naturalmente. Però adesso il problema è ovvio: Bucci con Casallo Z potrebbe vincere tutti i Gran Premi da qui a Rio (e ce lo auguriamo di cuore per lui e per l’Italia!) ma se venisse scelto la motivazione per una certa frangia di opinionisti non potrebbe essere che quella della parziale proprietà di Vittorio Orlandi; di contro, il cavallo di Gaudiano, Caspar, potrebbe avere un drammatico scadimento di forma da qui a Rio (e che per carità non sia così!) ma secondo una certa frangia di opinionisti dovrebbe essere comunque e in ogni caso il prescelto per la trasferta olimpica. Come si vede il pregiudizio in ogni caso inquina e avvelena la realtà dei fatti. Tra l’altro insinuare subdolamente questa serie di considerazioni configura una grandissima mancanza di rispetto soprattutto nei confronti di due cavalieri che stanno facendo cose bellissime, e ovviamente tutti ci auguriamo che continuino a farle: ma perché mai Bucci dovrebbe rimanere vittima di un pregiudizio a suo sfavore? E perché mai Gaudiano dovrebbe rimanere vittima di un pregiudizio a suo favore? È proprio questa prospettiva che è sbagliata e viziata e corrotta all’origine: una prospettiva che non tiene conto del valore dello sport, del valore di due cavalieri e del valore di due cavalli. Oltretutto la mancanza di rispetto si estende anche alla figura del selezionatore azzurro Roberto Arioldi (per non dire a quella della persona Vittorio Orlandi, più che del presidente della Fise): ma veramente si può credere che un tipo come lui potrebbe sottostare a un’eventuale imposizione dall’alto e per giunta contraria alle sue idee? Arioldi l’ha sempre detto chiaro e tondo: «Secondo le previsioni dovrebbe essere Emanuele Gaudiano il nostro cavaliere a Rio de Janeiro. Lui ha conquistato il posto individuale per la nostra federazione alle Olimpiadi, quindi è giusto che sia lui a parteciparvi. E dovrebbe parteciparvi in sella al cavallo Caspar. Salvo problemi che sopravvengano, e che naturalmente non ci auguriamo affatto». Questa la dichiarazione di Arioldi pubblicata sul n. 355 di Cavallo Magazine assieme a quelle di Gaudiano e Bucci, rilasciata il 9 maggio 2016. E su quello stesso numero di Cavallo Magazine perfino Vittorio Orlandi in persona in altra parte del giornale dichiara: «Faccio il tifo per Gaudiano perché all’Olimpiade, che non è una gara come le altre, serve un carattere d’acciaio, la ‘testa’ per vincere. E lui la ‘testa’ per vincere ce l’ha. Faccio il tifo perché abbia il cavallo in forma».
Insomma, il problema non si pone proprio. Dunque volerlo creare a tutti i costi, il problema, è solo un’operazione subdola e strumentale, come Tizio che accusa ingiustamente Caio di averlo insultato solo per sentirsi legittimato a insultarlo a sua volta: Caio se ne risentirà reagendo, quindi Tizio potrà trionfalmente sostenere di avere ragione…
Infine, siccome a questo mondo (o meglio: ‘in’ questo mondo… ) è meglio essere più realisti del re, ci sentiamo in dovere di dire anche la nostra, visto che la dicono tutti. E la nostra opinione è la seguente: a Rio de Janeiro dovrà andare Emanuele Gaudiano con Caspar. E non abbiamo dubbio alcuno sul fatto che questa sarà la decisione degli organi tecnici della Fise. Così come non abbiamo alcun dubbio sul fatto che Piergiorgio Bucci si preparerà al meglio per essere comunque pronto nel caso in cui qualcosa non dovesse funzionare secondo i piani prestabiliti.
27 giugno 2016