Sydney, marzo 2016 – Tutto il mondo equestre in questi giorni si è stretto con affetto alla famiglia di Olivia Inglis, la 17enne morta domenica scorsa dopo un incidente in sella: il suo cavallo, Coriolanus, le è rovinato addosso dopo aver fatto errore in una combinazione, toccando un ostacolo fisso da un metro e 10 cm.
I soccorsi sono stati inutili per Olivia che è morta sotto gli occhi dei suoi genitori, che come sempre erano andati a fare il tifo per lei durante la gara. Anche Coriolanus è stato abbattuto sul posto, nella caduta si era procurato una frattura scomposta al collo.
Olivia viveva in una famiglia dove la passione dei cavalli era condivisa da tutti: sia il padre che la madre montano a cavallo e allevano Purosangue Inglesi nella tenuta di famiglia, sono molto conosciuti nell’ambiente: la ditta William Inglis & son, allevamento e vendita cavalli, è stata fondata nel 1867. Coriolanus era nato da loro.
Per quanto sia possibile cercare di confortarli in una situazione simile, amazzoni e cavalieri di tutto il mondo hanno cercato di manifestare la propria vicinanza alla famiglia condividento fotografie che li ritraggono con il proprio cavallo, tutte sotto l’hashtag #rideforolivia: un modo per ricordare lei e il suo amatissimo Coriolanus, ma anche per ricordare a se’ stessi e agli altri che montare a cavallo è sempre qualcosa che richiede attenzione, potenzialmente pericoloso e che tutto quello che possiamo fare è gestire il rischio nel modo migliore: ma sempre consapevoli del fatto che un rischio esiste, sempre.
Come bene aveva spiegato il nostro Giuseppe Dalla Chiesa l’anno scorso, dopo la morte della completista italiana Sabrina Manganaro, deceduta in un incidente molto simile a quello di Olivia: “La prima cosa che dico sempre è che in questa disciplina ci si può occupare di gestione del rischio, non di sicurezza. La sicurezza è un concetto diverso, collegabile a persone che lavorano sui ponteggi per guadagnarsi da vivere; il completo è uno sport, che si sceglie consapevoli dell’innato rischio che comporta anche solo stare vicino a 500 kg. di cavallo vivo. Un rischio che va gestito ma non si riesce mai a portare a zero, nonostante tutti i nostri sforzi gli incidenti continuano ad accadere”.
E la cosa migliore che possiamo fare per gestire il rischio quale è? essere consapevoli del fatto che esista.
Ogni volta che ci avviciniamo ad un cavallo.
12 marzo 2016