Roma, maggio 2016 – Il boccone amaro della Coppa delle Nazioni di ieri è ancora difficile da digerire, ma oggi abbiamo gustato alcune pietanze che quanto meno aiutano a mascherarne il sapore. E in tutto l’arco della giornata, tra l’altro. Prima c’è stata la vittoria di Paolo Paini su Clodia nella gara a tempo, un cavaliere debuttante per il quale il solo fatto di essere presente a Roma sarebbe dovuto essere un traguardo di grande soddisfazione: ma evidentemente Paini non si è accontentato di stare a guardare, no, e ha firmato una bellissima vittoria lasciandosi alle spalle nientemeno che la svedese Malin Baryard su Cassius Clay, il britannico John Whitaker su Lord of Arabia e il tedesco Marcus Ehning su Singular La Silla… Poi, per completare il bel quadro azzurro, ecco al 5° posto il ‘piccolo’ Guido Franchi, 17 anni e debuttante a sua volta a Roma, in sella a Windrose: il campione d’Italia juniores in carica sta facendo un concorso davvero fenomenale. Quindi è stata la volta del cosiddetto piccolo Gran Premio: 58 partecipanti, 22 in barrage ma solo due azzurri tra i finalisti, cioè Luca Moneta su Connery e Gianni Govoni su Antonio. Govoni, tra l’altro, fra gli ultimi a partire, cosa che stimolava la fantasia dei tifosi… Ma quando a metà barrage lo statunitense McLain Ward terminava il suo percorso su Carlos Z le fantasie cessavano come per incanto: quello non era un percorso, bensì una mitragliata rasoterra che per magia non faceva cadere alcun ostacolo e che catapultava direttamente cavallo e cavaliere dalla partenza all’arrivo. Imprendibile, ormai è finita: cronometro fermo a 34.78. Però quando era la volta di Govoni i sogni ricominciavano come per incanto: vuoi vedere che Gianni… in fondo perché non tentare… lui non è certo uno che si accontenta di galleggiare a metà classifica… Infatti. Govoni partiva fortissimo ma solo a metà percorso si rendeva davvero conto di quello che stava facendo ma che soprattutto gli stava riuscendo, quindi eccolo aumentare salto dopo salto, girare salto dopo salto, ecco il solito Govoni, ecco il nostro campione che non ha mai smesso di essere tale… Un barrage entusiasmante, anche se alla fine il cavaliere azzurro rimaneva alle spalle dello statunitense di poco più di un secondo: 36.40. Ma non importa: questo 2° posto ci riconsegna un Gianni Govoni che con Antonio ormai ha dimostrato di formare un binomio forte e competitivo. Questo è quello che conta. Luca Moneta dal canto suo rimaneva a 38.92 con Connery cogliendo così un 4° posto importante. Preludio di quello che poi sarebbe successo nella Sei Barriere, evidentemente: gara nella quale Moneta con il ‘vecchio’ Neptune Brecourt saltava l’ultimo verticale a ben due metri di altezza vincendo per manifesta superiorità di cavallo e cavaliere sugli altri nove avversari. Bene, digerita la Coppa delle Nazioni adesso? Risposta sincera: no, non ancora, proprio per niente…
28 maggio 2016