Qui un esempio di terapia con i cavalli, anzi i mini-cavallini: sono i MIniature Horse della Gentle Carousel, dagli USA
Milano, luglio 2015 – Cani, cavalli, gatti ma anche asini e conigli. Sono i protagonisti della pet-therapy, ovvero della terapia con gli animali, che si sta diffondendo sempre più¹ non solo nei centri specializzati ma pure negli ospedali.
Per standardizzare i protocolli e stabilire norme a tutela di animali e operatori sono state definite le Linee Guida nazionali sugli interventi assistiti con gli animali (Iaa), presentate ieri ad Expo 2015 in occasione del convegno organizzato da Rete Italiana IAA in collaborazione con il Ministero della Salute, Coldiretti e Codacons.
Nelle linee guida si definiscono le caratteristiche delle strutture dove la pet therapy può essere praticata, oltre ai requisiti sanitari e comportamentali degli animali, che devono essere sottoposti ad uno specifico percorso di addestramento che non deve ovviamente prevedere alcun metodo coercitivo, tutelando sempre il benessere degli animali stessi anche «attraverso il rilievo di indicatori dello stress».
Vengono poi indicati nel dettaglio i percorsi formativi per gli operatori, come veterinari e sanitari in equipe multidisciplinari: la formazione è erogata dal Centro di referenza nazionale per gli Iaa, dall’ Istituto superiore di sanità (Iss) e dagli Enti accreditati.
«Con l’approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni, lo scorso marzo, delle Linee Guida sugli interventi assistiti con gli animali – afferma il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo – l’Italia pone una pietra miliare e si contraddistingue quale primo Paese al mondo ad avere stabilito una norma di riferimento nel contesto della mediazione uomo-animale. Gli animali domestici – rileva – possono svolgere un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi e il loro coinvolgimento, in ambito terapeutico, avrà sempre una maggiore diffusione uscendo dall’empirismo iniziale e seguendo sempre più un approccio scientifico».
Infatti, «nonostante in Italia sia ancora esiguo il numero di pubblicazioni scientifiche sull’efficacia terapeutica degli interventi con gli animali, i risultati di vari progetti condotti con il Centro di referenza e con l’Iss ed i successi ottenuti in Centri di eccellenza, come l’Ospedale Meyer di Firenze e l’Ospedale Niguarda di Milano – conclude De Filippo – sono estremamente incoraggianti».
In più, dalla Liguria: Un albo regionale per le associazioni che svolgono attività di pet therapy al quale, su richiesta del medico di famiglia o di uno specialista, potersi rivolgere per interventi di terapia assistita, ma anche di tipo educativo e ludico.
Sono queste le novità introdotte all’interno del sistema sociosanitario ligure dalla delibera presentata oggi in giunta dall’assessore regionale alla Salute e alle Politiche sociosanitarie Sonia Viale.
«Lo spirito del provvedimento – spiega Viale -è il recepimento delle linee guida nazionali in materia di pet therapy, ovvero l’affiancamento alle cure tradizionali di un supporto psicologico e affettivo di alcuni animali ».
Il provvedimento, che non comporta alcun onere per il sistema sanitario regionale, apre la strada alla prescrizione medica di tre tipologie di intervento: la terapia assistita con animali per determinate patologie (demenza senile, Alzheimer, insufficienza cardiocircolatoria, afasia, neoplasie), terapie di tipo educativo (assistenza psicologica, inserimento educativo, sviluppo del bambino) e interventi di tipo ludico-ricreativo (miglioramento qualità della vita).
A seconda delle terapie potranno essere promossi interventi con varie tipologie di animali: cani, gatti ma anche conigli asini e cavalli. «In altre regioni come il Veneto esistono in alcune Asl già delle unità operative di pet therapy e i risultati sul ricorso al supporto di queste terapie sono positivi nell’ottica del benessere del paziente e in generale dell’assistito – ha detto Viale -. Pensiamo a quali margini di sviluppo potrebbe avere la pet therapy in una regione come la nostra in cui abbiamo circa 25 mila casi di demenza senile e Alzheimer conclamati, con tassi di disturbi mentali senili superiori alla media nazionale. Aver recepito le linee guida nazionali è il primo passo concreto per regolamentare l’accesso a una terapia che a oggi in Liguria manca ancora di un albo dedicato alle associazioni che la svolgono e che devono avere criteri normativi ben precisi con la presenza nel proprio organico di medici, veterinari, psicoterapeuti oltre che di animali con requisiti specifici»
(Comunicato Ansa)
31 luglio 2015