Roma, maggio 2016 – Prima giornata dello Csio d’Italia a Piazza di Siena andata in archivio. Una bellissima prima giornata, in tutti i sensi. Tempo splendido: sole, non troppo caldo, non troppo fresco. Arietta. Fiori che circondano tutto il perimetro del campo ostacoli. Un campo ostacoli un po’ più piccolo: otto metri in meno nella lunghezza, circa sei in larghezza. Ma non si nota e, soprattutto, nulla cambia in termini di costruzione dei percorsi. Pubblico scarsetto, ma non c’è da stupirsi: il giovedì è sempre stato così, quanto meno nel corso degli ultimi trent’anni. Colpisce l’atmosfera che si respira nel gruppo azzurro, intendendo per gruppo non solo cavalieri e tecnici ma tutti coloro i quali possono definirsi addetti ai lavori a qualche titolo. Colpisce perché l’atmosfera è di tensione positiva: tensione, prima di tutto, certo, perché tutti sono alla ricerca di qualcosa di bello che non si sa se ci sarà davvero; positiva perché in molti sono certi che questa volta si potrebbero veramente vedere cose ‘diverse’, anche se si è un po’ timorosi nel dichiararlo apertamente (la storia recente di Piazza di Siena, purtroppo, non aiuta… ). Quindi c’è una sorta di sospensione di pensieri che galleggiano in una dimensione di non detto: anche se ci si riconosce tutti, in questa dimensione sospesa.
Quello che induce a pensare che forse… potrebbe essere che… qualcosa mi dice… questi pensieri, insomma, sono stati confermati e avvalorati da quello che oggi si è visto in campo. Un insieme di prestazioni e risultati davvero ‘belli’. La prima gara è partita in modo un po’ sonnolento, in effetti: molti cavalieri sono entrati in campo solo per fare ambientamento (diciamo), quindi ritirati al termine della prima fase, oppure con il classico galoppo di studio ben lontani dall’idea di classifica finale. Poi a un certo punto su Bobolensky è entrato Gianni Govoni, il quale ha tirato una secchiata d’acqua gelida in faccia a tutti e mentre eravamo ancora lì a cercare di riprendere il fiato lui aveva già tagliato il traguardo per andare a prendersi una vittoria delle sue: questa gara non vi interessa? ok, me la faccio io. Qui sono partiti i cavalli azzurri destinati alla Coppa delle Nazioni di domani: Piergiorgio Bucci con Casallo Z ha fatto un giro di assoluta souplesse senza alcun errore fino alla seconda fase (tutta), Lorenzo De Luca su Ensor de Litrange si è fermato alla prima fase con un punto sul tempo, Emanuele Gaudiano su Caspar idem con due, Emilio Bicocchi su Ares ha fatto un errore in prima fase con un punto sul tempo. Ma per nessuno di loro questa è stata una gara: soltanto un percorso da saltare senza fretta, senza pressione, solo per sciogliere muscoli e cervello. A volerla dire tutta, l’unica nota di qualche incertezza è stata data da Emanuele Gaudiano: a vederlo montare, è sembrato che la sua clavicola da poco operata gli desse qualche problema… magari anche solo mentalmente, chissà. Comunque.
Nella prova riservata ai cavalli di sette anni poi succede proprio l’imprevedibile: tra un gruppo di professionisti consumati e affermati emerge un ragazzino esordiente a Piazza di Siena nato nel dicembre del 1998 e solo qualche settimana fa vincitore del Campionato d’Italia juniores. Già, proprio così: Guido Franchi (su D’Extra Hedoniste) con la sua faccia seria e quasi dura stacca di più di cinque secondi (!) il tedesco Marcel Marschall su Crystal… e poi dietro ci sono cavalieri del calibro di Jur Vrieling, Max Kuehner, François Mathy, oltre ai nostri Zuvadelli, Martinengo Marquet, Vacirca (Salvatore), Ferrario, tra gli altri. Quindi: è vero che con i giovani bisogna andare cauti con le parole e gli apprezzamenti, però cosa si deve dire di un ragazzo del genere? Poi qui si nota anche il cavallo montato da Giulia Martinengo Marquet: Kiwi Kick, davvero molto interessante e quindi da seguire con attenzione.
Nella seconda gara dello Csio (mista) Guido Franchi su Quixotic perde il barrage per un punto sul tempo e la sua espressione in uscita dal campo era molto eloquente… Al barrage invece arrivano Antonio Alfonso su Alex (un errore, 13° posto) e un favoloso Lorenzo De Luca che su Balou de Coeur pur con un distacco di quasi due secondi rimane alle spalle del vincitore, lo statunitense McLain Ward su Carlos Z; ma il nostro cavaliere ha dato prova di una bellissima equitazione, l’ennesima prova bisogna dire: è davvero quasi… commovente seguire la maturazione di questo nostro giovane atleta, che gara dopo gara e giorno dopo giorno macina progressi a ritmo serrato. La riprova del fatto che starsene a montare in una scuderia di commercio di alto livello internazionale è l’ideale, per chi ha qualità. Ancora una volta le preoccupazioni sono per Emanuele Gaudiano: su di un salto riuscito male si riceve prendendo un forte colpo contro l’incollatura di Heureka van Lucashoeve proprio sulla clavicola fratturata e si ritira, uscendo dal campo con la spalla sinistra in evidente sofferenza. Lì per lì viene paura…
L’ultima gara (a tempo) mette ancora in evidenza la bravura di De Luca che su Limestone Grey torna in premiazione come quinto classificato alle spalle di tre fuoriclasse come Kevin Staut vincitore su Elky van het Indihof, Eric Lamaze secondo su Fine Lady, Marcus Ehning quarto con Funky Fred, e il colombiano Carlos Lopez che conquista il terzo posto in sella a quell’Admara ex Gaudiano. Il quale Gaudiano, irriducibile, torna in gara con Guess e fa due errori: che sia in sofferenza è indubitabile, ma evidentemente non c’è preoccupazione visto che il selezionatore azzurro Roberto Arioldi lo include nella squadra per la Coppa delle Nazioni, lasciando a Bruno Chimirri su Tower Mouche il ruolo di riserva. Chimirri che ritorna a Piazza di Siena dopo un lungo periodo di assenza e lo fa – oggi – come meglio non avrebbe potuto: in questa gara (che è la ‘grossa’ della giornata) chiude senza errori portando a termine un percorso calmo, sicuro, preciso, con un cavallo che francamente non si pensava potesse essere già pronto per tale livello; ma proprio questa prestazione spiega eloquentemente perché Arioldi aveva deciso di inserirlo nel quintetto di Coppa, pur poi tenendolo come riserva. Ma al di là di questo, poter nuovamente contare su un Bruno Chimirri con un cavallo di qualità (che lo stesso Bruno ha ‘costruito’ partendo nel 2013 dalle gare per i soggetti di 6 anni) è semplicemente una bellissima sensazione.
Domani la Coppa, quindi. Sappiamo come partiamo. Di certo non tra i favoriti. Al cospetto di avversari da far tremare i polsi. Su di un campo dove dal 1977 a oggi abbiamo vinto una sola volta: nel 1985. Certo: sappiamo bene tutto questo. Sappiamo anche che diverse volte abbiamo presentato squadre che ci davano grande fiducia e poi… Ma sappiamo anche che i nostri cavalieri non sono sprovveduti, che i nostri cavalli qualche qualità ce l’hanno, che tutti loro sono animati da una formidabile voglia di far bene. Vedremo. In quella zona di pensieri sospesi e non detti si agita qualche sensazione… Alla fine, come sempre, sarà quel che dovrà essere.
26 maggio 2016