Londra, giugno 2015 – Il polo ambisce ai cinque cerchi. E chissà che questa disciplina olimpica non riesca davvero ad aggiungersi al terzetto equestre olimpico: salto ostacoli, dressage e completo, in vista del 2020. La Federazione Internazionale di Polo (FIP) ha, infatti, richiesto di essere annoverata nuovamente tra gli sport in lista ai Giochi di Tokyo.
Nel lontano passato, il polo aveva già preso parte a cinque edizioni olimpiche, di cui l’ultima, a Berlino, nel 1936. Per questa ragione il suo reintegro è tanto atteso e aspettato e la risposta dovrebbe arrivare all’inizio del prossimo anno.
“Il polo ha generato negli ultimi tempi l’interesse di molti paesi che si stanno avvicinando a questa disciplina – ha detto il presidente della FIP, Nicholas Colquhoun-Denvers – e, anche se la risposta nel breve tempo sarà negativa, la nostra richiesta sarà stata comunque utile a muovere il nostro sport, a farne parlare”.
Primo criterio per l’accettazione è la popolarità di cui lo stesso sport gode presso il paese ospitante dei Giochi. Come è facile immaginarsi, il polo non è molto conosciuto in Giappone che non sembra al momento disporre delle strutture idonee alla pratica, a differenza di Gran Bretagna o Argentina.
“Per noi questo sarà un primo step in vista degli altri obiettivi: l’altro nostro intento è, infatti, quello di avere il polo ai Pan American Games in Peru nel 2019”, ha aggiunto Colquhoun-Denvers.
“Sarebbe fantastico essere alle Olimpiadi – ha dichiarato il capitano della nazionale di polo britannica, James Beim – sicuramente ci sarebbe molto da lavorare per accogliere i cavalli ma da qualche parte bisogna pur iniziare”.
Nella storia del polo, la Gran Bretagna si può vantare dell’oro Olimpico in tre occasioni: 1900, 1908 e 1920, e dell’argento nel ’36. L’Argentina, invece, conquistò il titolo nel 1924 e nel 1936, prima della sospensione dei giochi a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Il polo nell’era moderna degli sport ha suscitato scetticismo e diverse perplessità, dovute principalmente ai numeri ancora bassi di praticanti che non consentirebbero a molti paesi di presentare una nazionale di alto livello.
23 giugno 2015