Bologna, 15 ottobre 2023 – L’ippica italiana continua a non stare bene. Le ‘cure’ adottate o prospettate dagli organi competenti – negli anni – sembrano non arrivare mai a coprire tutti gli aspetti di un malessere economico e strutturale che mina il comparto mettendone a rischio la stessa esistenza.
Su questo mood, riceviamo l’ennesima lettera aperta d’appello di alcune associazioni di categoria che riportiamo in versione integrale.
Oggetto: Stato di crisi dell’ippica italiana
Illustre Signor Ministro On. le Francesco Lollobrigida
Illustre Signor Sottosegretario Senatore Patrizio Giacomo La Pietra
Illustre Signor Direttore Generale per l’Ippica Dottor Ingegnere Remo Chiodi,Le sottoscritte Associazioni, gravemente preoccupate per la crisi che colpisce da oltre un decennio l’ippica, sono inquietate dalle mancate risposte ai problemi che abbiamo più volte sollevato nel corso del tempo.
In questo ultimo anno, stante la richiesta del Sottosegretario Sen La Pietra di concedere il tempo di comprendere a fondo i problemi e individuare le soluzioni, abbiamo purtroppo assistito increduli ad una serie di decisioni che nulla hanno a che vedere con i problemi reali di tutto il comparto.
L’ippica necessita di interventi urgenti e concreti.
L’ippica ha bisogno che la Politica agisca per garantire interventi economici concreti.
Le scriventi associazioni di trotto ritengono che sia indispensabile che il Ministero si adoperi per:
– ottenere un aumento dello stanziamento del montepremi di 20 milioni di euro annui per i prossimi tre anni. La finanziaria è ormai alle porte e il mantenimento o, addirittura, la riduzione di quello attuale non consentirebbe alla filiera di continuare a svolgere il proprio lavoro;
– una diversa distribuzione del montepremi a livello geografico per garantire alle macroaree ippiche analoghe disponibilità in funzione della presenza dei cavalli a livello quali-quantitativo. Premi più alti e riduzione dei costi per le scuderie attraverso una mirata gestione delle risorse e delle giornate di corsa.
– disdire e rivedere le convenzioni con le società di corsa. La qualità di molti dei nostri “teatri” è pessima per il disinteresse degli ippodromi e influisce in modo pesante sulla quantità e sulla qualità del lavoro degli attori principali dell’ippica (allevatori-proprietari-allenatori e guidatori). Troppi soldi spesi male;
– avere finalmente un sistema di pagamento dei premi che consenta agli operatori l’accredito dei premi in un massimo di 30 gg dalla data della corsa. Allo stato i pagamenti al 4% hanno ancora un ritardo di 120/130 gg mentre i pagamenti a fattura presentano un incredibile ritardo di oltre 10 mesi.
Le scriventi Associazioni ritengono che solo attraverso l’approvazione dei suindicati punti sia possibile garantire la sopravvivenza dell’ippica e che ogni altro intervento, seppur lodevole, debba essere successivo al rilancio economico.
I comparti rappresentati dalle sottoscritte categorie, in mancanza di azioni concrete ed immediate in relazione ai suindicati punti, si vedono costrette a comunicare che a decorrere dal giorno 01.01.2024 non saranno più in condizione di partecipare alle corse con la conseguente chiusura delle scuderie, il licenziamento delle migliaia di addetti e delle loro famiglie, la consegna al Ministero di migliaia di cavalli e fattrici, non potendo più le categorie sostenere il costo del mantenimento.
In fede
ANACT Roberto ToniattiCIGA Giovanni Sibilio
FEDERNAT Mauro Biasuzzi
IMPRENDITORI IPPICI Enrico Tuci
IPPICA NUOVA Giorgio Sandi
ORGANISMO IPPICO Marco Folli
PTL Luca Rocca
SNAPT Antonio Somma
UPT Francesco Gragnaniello
URTUMA Massimo Pierini