Bologna, agosto 2016 – Un bis quest’anno lo ha già fatto vincendo per la seconda volta consecutiva la finale della Coppa del Mondo. Quindi adesso la domanda che si pone quasi obbligatoria è la seguente: riuscirà lo svizzero Steve Guerdat (34 anni) a conservare la medaglia d’oro olimpica conquistata a Londra nel 2012? Riuscirà a salire nuovamente sul gradino più alto del podio più ambito da qualunque atleta di qualsiasi disciplina del mondo? Se il campione svizzero ci riuscisse stabilirebbe un record assoluto: nessun cavaliere nella storia delle Olimpiadi ha vinto due volte consecutive la medaglia d’oro. Ma non basta: perché solo un cavaliere nella storia è stato capace di vincere l’oro individuale più di una volta, vale a dire il francese Pierre Jonqueres d’Oriola nel 1952 a Helsinki e nel 1964 a Tokyo. Proprio queste statistiche dimostrano che riuscire nell’impresa di riconfermarsi alle Olimpiadi è davvero molto difficile. Negli ultimi tempi, poi, lo è anche a causa di un regola abbastanza discutibile: quella per cui nella finale individuale i concorrenti ripartono da zero. Quello che si è fatto nei tre percorsi precedenti non conta più, di fatto screditando completamente il valore della continuità della prestazione, e per contro esaltando al massimo quelli che potrebbero essere anche degli exploit estemporanei, per non dire dovuti a circostanze talvolta legate alla fortuna. In un campionato internazionale tutto questo non è effettivamente apprezzabile, ma forse la logica olimpica lo giustifica in parte: l’unico motivo ragionevole che potrebbe stare alla base di tale regola è quello di mettere tutti sullo stesso piano; se si calcolassero anche i risultati delle tre precedenti fasi di qualifica alla fine vincerebbero sempre i più forti: forse questo è il pensiero di chi (la Fei e il Cio) ha stabilito tale normativa. Discutibilissima, peraltro: perché a vincere non dovrebbero essere sempre i più forti? Sia come sia, è evidente che tale dato di fatto non aiuta certo i migliori cavalieri e i migliori cavalli: se l’outsider di turno imbrocca la giornata miracolosa si ritrova sul podio anche se nelle gare di qualifica è rimasto regolarmente nelle retrovie; per converso, il binomio che ha avuto fino all’ultimo una regolarità di rendimento di alto livello potrebbe rimanersene ai margini delle medaglie… In ogni caso Steve Guerdat può contare su una certezza: Nino des Buissonnets, il compagno di vittoria a Londra. Allora il baio francese figlio di Kannan x Narcos II (nato nel 2001) fece impressione: reattivo, potente, scattante, famelico di vittoria come raramente si vede un cavallo in campo ostacoli; adesso ci sono quattro anni in più, ma proprio per questo un impegno centellinato in questo 2016 da parte del suo cavaliere: pochissimi concorsi per mantenere freschezza senza perdere allenamento e ritmo di gara. Vedremo se sarà la ricetta giusta, ma una cosa è certa: per qualità del cavallo e del cavaliere le possibilità ci sono tutte. Come per buona parte degli avversari, del resto: ma questo è il bello dello sport di alto livello…
12 agosto 2016