Bologna, agosto 2016 – Che emozioni oggi sul campo ostacoli del Deodoro Equestrian Centre… ! Emozioni vibranti, tensione allo spasimo, adrenalina a mille, vittorie e sconfitte, gioie e delusioni. Tutto ciò che di più bello e di più forte lo sport sa e può offrire. Pensate i tifosi della Francia come devono essersi sentiti, oggi. Tutti, indistintamente. Ma forse uno più di tutti. Sì, certo. Un uomo nato nel 1936, quindi non più giovanissimo, un uomo che oggi ha visto non solo un cavaliere francese vincere l’oro olimpico insieme ai suoi compagni, ma anche un proprio figlio ricevere al collo quella medaglia, la medaglia più preziosa, la medaglia più ambita. Quell’uomo oggi avrà guardato quell’altro uomo, quello sul podio, e in lui avrà visto un cavaliere e un figlio, un allievo e un bambino. E il suo pensiero sarà andato inevitabilmente a quel giorno di quarant’anni fa… E l’altro uomo, quello sul podio, chissà se per almeno un attimo avrà pensato all’uomo che lo stava guardando e pensando in quel momento, il padre e il maestro: e chissà se avrà pensato che il padre-maestro esattamente quarant’anni fa si era trovato esattamente in quel posto, esattamente sul gradino più alto del podio insieme ad altri tre cavalieri, tutti nel nome della madre Francia. Oggi Philippe Rozier: nel 1976 Marcel Rozier. Oggi a Rio de Janeiro in America del Sud, nel 1976 a Montreal in America del Nord. Oggi insieme a Kevin Staut e Reveur de Hurtebise, Penelope Leprevost e Flora de Mariposa, Roger-Yves Bost e Sydney Un Prince; nel 1976 Michel Roche e Un Espoir E, Marc Roguet e Belle de Mars, Hubert Parot e Rivage. Oggi in sella a Rahotep de Toscane, nel 1976 su Bayard de Maupas. Oggi Philippe, nel 1976 Marcel. Però oggi come nel 1976 medaglia d’oro, e oggi come nel 1976 il cognome Rozier. Per le uniche due medaglie d’oro olimpiche della Francia. Se non sono emozioni queste…
17 agosto 2016