Bologna, agosto 2016 – Emanuele Gaudiano il giorno dopo. Lui è abbastanza tranquillo. O quanto meno così dice di essere. Il che è un bene perché dopo una batosta come quella di ieri l’ultima delle cose da fare sarebbe quella di lasciarsi andare allo scoramento. Oggi il cavaliere azzurro ha pubblicato un post molto eloquente sul suo profilo Facebook: «A volte si vince ed altre volte si impara. Caspar ed io abbiamo avuto la possibilità di vivere una grande esperienza qui a Rio. Abbiamo dato il massimo, ma purtroppo non è andata come avrei voluto. Sono profondamente dispiaciuto di aver deluso molti dei miei sostenitori. Sappiamo che in tutti gli sport si vivono giornate positive e, purtroppo, anche negative. Mi concentrerò e lavorerò sulle sensazioni che ho percepito in questa gara. Grazie a tutti, continueremo a fare del nostro meglio».
Qual è il suo stato d’animo in questo momento?
«Chiaramente sono insoddisfatto della prestazione di ieri, non è certo andata come avrei voluto!».
Prima di iniziare il suo percorso ha avuto per caso la percezione che qualcosa non stesse funzionando a dovere?
«No, anzi: sia nel warm-up sia in campo prova ieri il cavallo saltava benissimo. L’unica cosa a mio sfavore era la temperatura: faceva davvero molto caldo».
Prima di arrivare alla riviera il cavallo le ha dato qualche segnale per il quale doversi preoccupare?
«Assolutamente no, tant’è vero che fino alla riviera il cavallo ha saltato magnificamente!».
La riviera ha rappresentato il solito problema per il suo cavallo oppure la difficoltà è nata da quello specifico tipo di riviera?
«Il giorno precedente nel warm-up Caspar ha saltato la riviera con facilità e l’ha coperta benissimo. Ieri l’ostacolo si saltava dalla direzione opposta e il muro davanti era abbastanza alto e molto colorato; purtroppo Caspar ha saltato in alto e non… in lungo».
E subito dopo la riviera come ha sentito il cavallo?
«Dopo la riviera c’erano tre ostacoli piuttosto complessi: un muro bianco, un bell’oxer sul fosso e le tavoline prima della gabbia. Caspar li ha saltati bene e senza timore tutti e tre».
I problemi sulla gabbia sono stati conseguenza di quelli nati dalla riviera? Cioè il cavallo si era intimidito o impaurito o si è messo indietro, oppure quella situazione è stata un caso a sé stesso?
«Secondo me il problema in gabbia non ha avuto a che fare con la riviera. La distanza tra i due elementi era larga, Caspar è andato molto in alto sull’oxer di ingresso e ha toccato la seconda barriera dietro, ma il punto è che non ha coperto la distanza, quando normalmente lui ha il problema opposto! Credo che tutti abbiano visto che non solo io e Caspar abbiamo avuto una difficoltà su quella combinazione».
Cosa ha pensato appena uscito dal campo?
«Ho pensato che Caspar non è una macchina: è un cavallo. Quello di ieri è stato un percorso negativo, ma mi sono ricordato che lui mi ha regalato anche belle emozioni e tante soddisfazioni. Chiaramente sbagliare a un’Olimpiade rimane una delusione, però cercheremo di conquistare altri successi quanto prima».
A posteriori le sembra che il problema originario del suo cavallo sulla riviera sia stato sottovalutato?
«Abbiamo lavorato tanto sulla riviera. Anche qui a Rio abbiamo avuto la possibilità di farla sia nel campo di lavoro sia nel warm up e non abbiamo mai avuto alcun problema».
Dopo questa Olimpiade maledetta Emanuele Gaudiano non smetterà certo di essere il combattente che è sempre stato.
15 agosto 2016