Roma, novembre 2015 – Questa volta la carica potete farla voi: perché quella che abbiamo l’opportunità di visitare dal 26 novembre (previa regolare richiesta di partecipazione scaricabile dal sito istituzionale dei Carabinieri – sezione “eventi”) è proprio la casa del Pastrengo, il celebre Reggimento di Carabinieri famoso per il suo Carosello Storico dalla travolgente carica finale.
L’opportunità è stata pensata in special modo per i cittadini più giovani: le visite, con cadenza mensile, dureranno circa un’ora e mezza e si svolgeranno all’interno del maneggio coperto del Reggimento per far conoscere, a chi lo voglia, come si svolgono le attività equestri dei suoi cavalieri.
E se nel frattempo volete prepararvi all’incontro ecco qualche nota sul Pastrengo e la sua storia.
Pastrengo, la carica e il Carosello.
Il 30 aprile del 1848 Carlo Alberto di Savoia, Re di Sardegna, avanzava nei pressi del paese di Pastrengo protetto da alcuni carabinieri della sua scorta. Improvvisamente venne a trovarsi sotto il tiro degli austriaci: il maggiore Alessandro Negri di Sanfront, che doveva proteggerlo, caricò il nemico alla testa di tre squadroni di Carabinieri Reali. Gli austriaci ripiegarono, Carlo Alberto si salvò e i piemontesi vinsero la battaglia. Nel 1883, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia-Genova e Isabella di Baviera venne organizzato un Carosello per rievocare quell’episodio: i militari seguirono le loro evoluzioni nel campo di Piazza di Siena a Roma, ancora oggi teatro d’elezione del Gruppo Squadroni. Sempre a Piazza di Siena il 9 luglio del 1933 si svolse il primo Carosello Storico dei Carabinieri: ogni formazione vestiva una diversa uniforme storica dell’Arma. Il Carosello in formazione completa è composta da due squadroni di 48 binomi ognuno più i 25 della fanfara, agli ordini dal comandante del 4° Reggimento; la formazione ridotta è di 24 binomi per squadrone, guidati del comandante Gruppo Squadroni. L’alfiere è l’ufficiale più giovane e porta la bandiera di guerra del Reggimento, mentre il luogotenente più anziano porta la colonnella, che è il segno di appartanenenza al reparto.
Cavallo da Squadrone.
Deve essere di indole buona, resistente e polivalente: un buon lavoro in piano, qualche saltino, servizi di rappresantanza e pattuglia rientrano nei suoi normali compiti. I cavalli per la rimonta degli Squadroni sono acquistati quando hanno dai quattro ai sette anni: al 1° Squadrone vengono assegnati quelli di colore (mantelli bai, sauri e morelli) mentre al 2° Squadrone e alla Fanfara sono riservati i grigi. Attualmente sono in forza al 4° Reggimento Squadroni 270 soggetti, per la maggior parte Sella Italiani, Irlandesi e Francesi; una volta riformati (per anzianità o motivi di salute) i cavalli che hanno servito l’Arma vengono ceduti in comodato a chi ne fa regolare richiesta presso il Comando Generale.
Prima Carabiniere, poi a cavallo.
Per entrare a far parte di questo Reggimento occorre prima di tutto aver superato il concorso per entrare nell’Arma, solo in seguito chi era già abilitato come cavaliere da civile viene esaminato da una apposita commissione che ne decreta l’eventuale idoneità, a l’Arma avvia alla specializzazione anche chi supera il test attitudinale, pur senza aver mai montato da civile.
Questione di orecchio.
Due delle arie più conosciute che accompagnano le evoluzioni del Carosello storico sono sicuramente la marcia di Radetzky (di Johan Strauss padre) e La Fedelissima, marcia d’ordinanza dell’Arma dei Carabinieri composta nel 1929 dal maestro Luigi Cirenei. Entrambe hanno il ritmo classico delle marce militari, quindi perfette per un bel trotto di parata: ma ascoltandole ci sembra che la Fedelissima sia più vivace, squillante e battagliera della famosissima marcia austriaca, certo incantevole ma più adatta ad un giro di valzer che ad una celebrazione militare. Assordati dall’amor di Patria? Può darsi, ma forse non è un caso che la marcia di Radetzky sia stata composta (in sole due ore) nel 1848 per celebrare il ritorno delle truppe austriache a Milano dopo la battaglia di Custoza, nella Prima Guerra d’Indipendenza: ma nel 1850 Cavour entra a far parte del governo piemontese, e in poco più di dieci anni sarà fatta l’Unità d’Italia.
24 novembre 2015