Bologna, agosto 2016 – Ferve l’attesa per l’inizio delle gare olimpiche di salto ostacoli previsto per domani, mentre oggi sul campo del Deodoro Equestrian Centre si svolge la sessione di allenamento. Mentre aspettiamo che il futuro cominci a essere delineato a partire dalla prova di domani mattina (ore 10 brasiliane, ore 15 italiane) può essere interessante oltre che divertente dare un’occhiata a una serie di curiosità che hanno caratterizzato la storia olimpica della specialità fino a Londra 2012. Solo una piccola e disordinata rassegna, ovviamente, che se ci si mettesse a scavare in profondità non si finirebbe più…
ETA’ – Nove anni l’età minima dei cavalli per partecipare alle gare olimpiche di salto ostacoli. Diciotto quella per i concorrenti.
I PIU’ GIOVANI – La statunitense Reed Kessler a Londra 2012 è stata la più giovane della storia olimpica del salto ostacoli: nata il 9 luglio 1994, ha gareggiato a 18 anni appena compiuti. Anche il coreano Kyon-Kec Min era diciottenne a Roma 1960, ma nato il 25 giugno 1942, dunque qualche giorno più… maturo rispetto a Kessler (Roma è stata in settembre).
I MENO GIOVANI – Record assoluto per il canadese Ian Millar, nato il 6 gennaio 1947: è stato il più anziano vincitore di medaglia (Pechino 2008, argento a squadre) con 61 anni, e in assoluto il più anziano partecipante della storia con i 65 anni di Londra 2012.
RECORD PRESENZE – Ancora Ian Millar: dieci Olimpiadi, da Monaco 1972 a Londra 2012! I primi però a tagliare il traguardo degli otto Giochi Olimpici sono stati Piero e Raimondo d’Inzeo: da Londra 1948 a Montreal 1976
RECORD MEDAGLIE – La Germania ha vinto il maggior numero di ori a squadre: ben otto (1936, 1956, 1960, 1964, 1972, 1988, 1996, 2000). A tre ori Svezia (1912, 1920, 1924) e Stati Uniti (1984, 2004, 2008). A due Gran Bretagna (1952, 2012). Una medaglia d’oro per Spagna (1928), Messico (1948), Canada (1968), Francia (1976), Russia (1980), Olanda (1992).
MEDAGLIE INDIVIDUALI – Il tedesco Hans Gunter Winkler detiene il record di medaglie olimpiche vinte in carriera tra individuali e a squadre: sette, delle quali cinque d’oro (record nel record)! Subito dietro di lui Piero e Raimondo d’Inzeo con sei ciascuno. Quattro medaglie per il francese Pierre Jonquères d’Oriola, per il tedesco Ludger Beerbaum (unico ancora in attività), per lo statunitense William Steinkraus e il tedesco Alwin Schockemoehle.
CAVALLI MEDAGLIATI – Tre medaglie olimpiche per Authentic (la statunitense Elizabeth Patton Madden), Halla (il tedesco Hans Gunter Winkler), Posillipo (l’italiano Raimondo d’Inzeo), Meteor (il tedesco Fritz Thiedemann), Ratina Z (l’olandese Piet Raymakers e il tedesco Ludger Beerbaum).
IL SOLO DOPPIO ORO – Il francese Pierre Jonquères d’Oriola (1920-2011) è l’unico ad aver vinto due volte la medaglia d’oro individuale: Helsinki 1952 su Alì Babà e Tokyo 1964 su Lutteur B. Gli sono andati vicino gli italiani Tommaso Lequio d’Assaba con l’oro del 1920 e l’argento del 1924, e Raimondo d’Inzeo con l’argento del 1956 e l’oro del 1960.
AMAZZONI – Oggi lo sport equestre è l’unico che mette in gara donne e uomini contestualmente nella stessa prova olimpica, ma non è sempre stato così: in salto ostacoli le amazzoni hanno avuto il via libera solo nel 1956. La prima donna a conquistare una medaglia olimpica è stata la britannica Marion Coakes con l’argento a Città del Messico 1968 in sella al quasi-pony Stroller.
PENALITA’ – Nel 1928 ad Amsterdam la barriera abbattuta dal cavallo con gli anteriori determinava quattro punti di penalità, quella abbattuta con i posteriori due punti di penalità…
DIMENSIONI – L’altezza massima degli ostacoli in campo nel 1912 era di 1.40: oggi è di 1.60.
MOSTRUOSO – L’oxer in campo per il secondo percorso della gara individuale a Città del Messico 1968: 1.65 davanti, 1.70 dietro, 2.20 di larghezza… ! Certamente però i percorsi di maggiore consistenza circa le dimensioni sono stati quelli di Monaco 1972.
ESTENSIONI MASSIME – La riviera a Berlino 1936 misurava 5.50… ! L’altezza degli ostacoli da 1.30 a 1.60.
FALLIMENTO OLIMPICO – Los Angeles 1932. A causa della grande distanza dall’Europa, e soprattutto della crisi economica imperante, parteciparono solo undici cavalieri per quattro nazioni… Fu un disastro: nessuna delle quattro squadre riuscì a terminare la prova quindi le medaglie non vennero assegnate, caso unico nella storia dello sport equestre. Per quanto riguarda la capacità di risparmio, l’Olanda si distinse decisamente: i cavalli e i cavalieri della sua unica rappresentativa dovettero fare sia il salto ostacoli sia il completo…
CAVALIERI PER SQUADRA – Si cominciò con quattro binomi per squadra, poi nel 1928 ad Amsterdam si ridusse il numero a tre, per infine tornare a quattro solo nel 1972.
MILITARI – Equitazione sport militare per antonomasia fino a non molti anni fa. Ma i sottufficiali non poterono prendere parte alle Olimpiadi fino al 1952.
SEPARAZIONE – A Roma 1960 per la prima volta la prova individuale venne separata da quella a squadre.
SCREMATURA – La qualificazione alla finale individuale venne introdotta per la prima volta a Seul 1988, quando i partecipanti furono settantaquattro; la metà per il percorso A della finale individuale, i migliori venti al percorso B: poi il podio.
QUALIFICA PER LE NAZIONI – Il meccanismo della qualifica per le nazioni fu introdotto per le Olimpiadi di Atlanta 1996, dove furono ammessi settantacinque cavalieri e centocinque cavalli (più i qualificati di diritto: i vincitori delle medaglie della precedente edizione e i cavalieri della squadra di casa). Le qualifiche si prendevano in occasione del Campionato del Mondo e d’Europa immediatamente precedenti, esattamente come accade oggi.
CADUTA E TRIONFO – Ludger Beerbaum nel 1992 a Barcellona in sella a Classic Touch visse una delle esperienze più… sconcertanti della sua vita: nella gara a squadre rottura dell’hackamore e dunque eliminazione, poi nella finale individuale trionfo e medaglia d’oro!
TRIONFO E TRAGEDIA – Il tedesco Ulrich Kirchhoff ad Atlanta 1996 ha vinto l’oro individuale e a squadre. Durante il viaggio di ritorno in aereo il suo Jus de Pomme è morto: una delle storie più drammatiche e dolorose legate ai Giochi Olimpici.
IMPROPERI – Quelli lanciati da Filippo Moyersoen e da tutto il clan azzurro alle Olimpiadi di Los Angeles 1984: nella gara a squadre rottura dei riscontri del sottopancia e quindi impossibilità di portare a termine il percorso…
MALEDIZIONI – Quelle lanciate dal francese Pierre Durand all’indirizzo del suo Jappeloup a Los Angeles 1984: rifiuto, caduta spettacolare con redini e testiera in mano e il cavallo libero di scorrazzare per tutto il campo ostacoli in modo quasi oltraggioso nei confronti del cavaliere. Che in quel momento decise di non volerne più sapere di quel morellino traditore: per sua fortuna Durand non riuscì nell’intento, e dopo quattro anni grazie a Jappeloup si ritrovò medaglia d’oro individuale a Seul!
DUBBELDAM – L’attuale campione del mondo e d’Europa in carica è l’unico nella storia insieme al tedesco Hans Gunter Winkler ad aver vinto l’oro individuale alle Olimpiadi, nel Campionato del Mondo e nel Campionato d’Europa. Il titolo olimpico tra l’altro l’ha conquistato a Sydney 2000 in sella a un cavallo – De Sjiem – con il quale fino a quel momento non aveva vinto nemmeno un solo Gran Premio internazionale.
13 agosto 2016