Milano, giugno 2016 – Certe volte ci si lambicca il cervello a cercare argomenti interessanti da proporre ai nostri lettori, e non ci accorgiamo che tante volte sono proprio le cose più semplici, vicine alla realtà quotidiana ad interessarli.
Come l’argomento fieno, ad esempio: la base delle cure alimentari del nostro cavallo, eppure (per quanto sembri incredibile) non sempre utilizzato nel giusto modo, nelle giuste quantità e percepito come fondamentale elemento di benessere e salute.
Per fare cosa utile abbiamo chiesto un contributo al dottor Giovanni Biglietti , della Clinica Veterinaria Piola di Pozzuolo Martesana in provincia di Milano, esperto nelle patologie dell’apparato digerente : buona lettura.
– Dottor Biglietti, perché il fieno è così importante per la salute dei nostri cavalli?
“Il cavallo è un animale erbivoro monogastrico, con una capacità di fermentazione e digestione della fibra vegetale solo parziale rispetto a quella propria dei ruminanti perché non possiede il rumine, che rappresenta una vera e propria camera di fermentazione della cellulosa all’inizio dell’apparato digerente.
Nel cavallo la fermentazione e digestione della cellulosa avviene in modo non perfettamente efficiente all’interno del cieco grazie all’azione dei batteri in esso contenuti.
Per questo motivo il cavallo necessità di quantità molto maggiori di foraggio e fieno, rispetto ad un bovino, per ottenere la stessa quantità di energia.
In libertà il cavallo si alimenta continuamente nelle 24 ore e non ingerisce solo erba, ma anche foglie, fiori, muschio, more, nocciole, bacche, corteccia di alberi, e qualsiasi alimento gli assicuri varietà così da poter assumere tutti i tipi diversi di nutrienti, vitamine e minerali di cui necessita.
Fondamentalmente i cavalli allo stato brado camminano e mangiano quasi per l’intera giornata, difficilmente si astengono da questa loro attività per periodi di tempo più lunghi di 20 minuti e mai dormono per otto, dodici ore di seguito o assumono un solo tipo di foraggio o di alimento, come invece accade normalmente per i soggetti che vivono in cattività.
Mentre lo stomaco dei monogastrici normalmente produce acido in corrispondenza dei pasti ed appena terminata l’assunzione di cibo la produzione si interrompe, nel cavallo lo stomaco produce acido cloridrico in continuazione, a prescindere dall’assunzione di cibo, così come il fegato riversa continuamente la bile prodotta all’interno del duodeno.
Queste peculiari caratteristiche, strettamente legate alla natura stessa del cavallo che è quella di alimentarsi in continuazione, possono far comprendere facilmente l’importanza di una corretta alimentazione adeguatamente integrata, e come possa significativamente migliorare la funzionalità intestinale e digestiva la possibilità di avere sempre a disposizione foraggio di buona qualità all’interno del box, soprattutto oggi che solo raramente viene utilizzata buona paglia di frumento per lettiera, alla quale il cavallo piò attingere tra un pasto e l’altro”.
Più chiaro di così…
20 giugno 2016