Cagliari, aprile 2015 – L’incidente era avvenuto in febbraio ma solo ora, grazie alla lettura del microchip, si sono rintracciati i proprietari del cavallo rimasto ucciso.
Le informazioni contenute nel minuscolo circuito integrato (che tutti gli equidi sono tenuti ad avere dal 2009, come da disposizioni relative all’anagrafe equina) hanno permesso di sapere chi era il baio morto sul colpo lì, tra un muro di cemento e l’asfalto: si chiamava Lexus, era un anglo-arabo che in gioventù aveva corso per una scuderia di Siena nel circuito dei paliotti di provincia ed era poi tornato nella sua terra natale una volta conclusa la carriera sportiva.
Ma la sua non è stata una pensione a lieto fine: scappato dal pascolo, ha finito di galoppare per l’ultima volta contro quel furgoncino , che non è riuscito ad evitarlo – e capita di notte, quando ti trovi davanti un ostacolo all’improvviso.
Non ci stancheremo mai di ricordare una attenta custodia dei nostri amici cavalli, visti i tanti casi del genere successi utlimamente: per la loro incolumità naturalmente, ma anche per le responsabilità civili e penali che derivano da questi incidenti.
Nel caso di Lexus il guidatore del furgoncino era rimasto fortunatamente illeso, ma la legittima proprietaria e chi lo possedeva effettivamente ora (diversi i passaggi di proprietà del cavallo, anche non adeguatamente registrati) ora dovranno rispondere di omessa custodia, malgoverno dell’animale e pagamento dei danni subiti dal mezzo che lo ha investito.