Bologna, 3 dicembre 2020 – Oggi è la Giornata dei diritti delle persone con disabilità. Impossibile generalizzare su un tema tanto vicino al vivere di ogni giorno delle persone. Tante persone. Secondo l’Istat stiamo parlando di 3,1 milioni di persone, pari al 5,2% della popolazione. Solo in Italia naturalmente.
Chiunque può guardare una persona disabile, essere solidale, offrire il proprio supporto etico, morale, pratico ma nessuno potrà mai afferrare fino in fondo ogni risvolto della disabilità. O meglio, delle tante disabilità con altrettanti risvolti perché ciascuna appartiene a una persona e tutte le persone sono diverse.
Nel mondo equestre, accanto al prezioso supporto ‘tecnico’ universalmente riconosciuto che il cavallo può offrire al mondo della disabilità, c’è anche quello che un pugno di motivati sportivi può far scendere in campo a dimostrazione che un atleta è un atleta e nello sport conta la voglia di vincere. Sono i nostri ‘para’. I paradressagisti, i ragazzi del paradriving, del parareining e perfino del paraendurance che mostrano che il riscatto è lì da afferrare. Lo mostrano a tante persone che vivono una condizione difficile e lo mostrano soprattutto ai tanti ‘normo’ che a volte non trovano lo spirito giusto per porsi di fronte alla realtà.
Ecco, questo è il tema. E forse anche l’aspetto che quando ci troviamo di fronte a un disabile prima e/o para-atleta dopo, dovremmo considerare: possono essere la nostra ispirazione, il modello di tenacia verso cui tendere. Attraverso lo sport in generale e con l’aiuto dei cavalli ancora di più.