Aachen, luglio 2016 – La traduzione dell’intervista al campione olimpico Steve Guerdat, in corsa per la doppietta nel Grand Prix Rolex di Aachen 2016, dopo la vittoria a Ginevra lo scorso dicembre. Il cavaliere svizzero mette in cantiere anche l’ipotesi di una seconda medaglia a cinque cerchi, con i Giochi di Rio ormai alle porte:
“The Rolex Grand Slam of Show Jumping è un circuito speciale, unico al mondo e questa è il motivo per cui è così complesso aggiudicarsi il titolo. Già vincere una tappa è un sogno che diventa realtà per ogni cavaliere.
Io ci sono andato vicino… ho vinto una volta a Ginevra, secondo a Calgary, quinto ad Aachen, insomma, davvero dei bei risultati nei tre concorsi più importanti dell’anno ma sono ancora lontano però dal mettere la firma su un Grande Slam.
Sono contento di essere riuscito a vincere lo scorso anno a Ginevra e di trovarmi qui per tentare di scrivere la storia del nostro sport, o almeno una parte. Questo è un Gran Premio che voglio vincere ad ogni costo, non smetterò mai di montare a cavallo senza averlo vinto. Se fosse più facile vincere quest’anno preferisco ora che non ritentare il prossimo anno, vedremo… certamente darò tutto me stesso: so cosa serve per fare bene e ci proverò con tutta la mia determinazione. Vedremo quel che succede… e queste sono cose che non succedono tutti i giorni.
Mi piace il format olimpico: con gare separate per le squadre e per gli individuali. Penso sia più comprensibile per il pubblico che viene per assistere alla vittoria della migliore nazione e poi viene per seguire la prova singola. È diverso da tutte le tipologie di campionato dove gli individuali proseguono dall’esito della prova a squadre. Sicuramente è un’altra cosa ma credo che le Olimpiadi non riguardino solo il pubblico di settore, la gente di cavalli che ci segue tutte le settimane… il nostro sport deve risultare comprensibile e per me non costituisce un problema. Fintanto che le squadre restano composte da quattro binomi, mi piace il format olimpico.
La cosa più importante è la preparazione per Rio ed il modo in cui si è riuscito a tenere al meglio della forma i cavalli fino al momento della partenza per il Brasile. Sono già stato due volte a Rio, si viaggia bene… è un tragitto lungo ma i nostri cavalli sono abituati a girare il mondo. Certo, quando fanno dieci voli in dodici mesi forse è troppo e possono sentire la stanchezza ma, come dicevo, se li hai gestiti bene e non li hai fatti viaggiare troppo nell’ultimo periodo, non ci dovrebbero essere problemi. Ci sarà caldo ma i migliori cavalli sono insanguati quindi rendono ancora meglio. Sono cavalli da salto, abituati su percorsi grossi tutte le settimane, forse le Olimpiadi sono un po’ più difficili: sono gare un po’ più tecniche ed un po’ più grosse ma sono fiducioso che i migliori cavalieri ed i migliori cavalli non avranno problemi perché siamo abituati e sono aspetti ai quali dovremmo essere in grado di prepararci nel lungo percorso quadriennale che ci ha portato a Rio. Ogni cavaliere ha preso la decisione giusta per sé in quest’ottica”.
15 luglio 2016