Milano,febbraio 2016 – Il Prix d’Amerique si corre l’ultima domenica di gennaio a Vincennes, l’ippodromo di Parigi: 2700 metri che fanno la storia, perché chi vince qui (l’iscrizione è riservata a femmine e maschi interi dai 4 ai 6 anni, i castroni sono esclusi) entra di diritto nel Gotha dei riproduttori più ambiti del trotto internazionale. Come Ready Cash, padre di quel Bold Eagle che ieri l’altro ha vinto l’ultima edizione.
E come Varenne, il nostro mitico Capitano: il cavallo da trotto che ha vinto di più in assoluto in tutta la storia dell’ippica mondiale (ben 6.035.066 Euro), riportando 62 vittorie su 73 corse disputate, e piazzandosi altre 8 volte.
Quattro record mondiali (di cui uno ancora in carica, quello del miglio su pista da 1000 metri), un record d’Europa, uno di Francia e uno d’Italia (anche questo ancora valido) spiegano molto ma non tutto della sua personalità.
Per capire l’impatto che aveva Varenne sul popolo delle corse bisogna davvero rivedere il suo Prix d’Amerique del 2002: quando tornava a Parigi per difendere il titolo vinto l’anno prima e quegli orgogliosi dei francesi, sempre così orgogliosamente francesi come solo loro sanno essere, mettevano in prima pagina non un prodotto dell’allevamento locale ma Lui, il trottatore italiano.
Che aveva sì fatto mangiare la polvere ai beniamini di casa (e a quelli svedesi, americani eccetera eccetera…) ma dispiegava una classe così inarrivabile, una forza così coraggiosamente trascinante che nemmeno loro, i francesi, potevano fare a meno di innamorarsene.
E allora guardate questo video: provate a immaginarvi cosa pensava Claudio Icardi durante la telecronaca. Quando all’inizio si tiene, non esagera in aspettative e auguri per non gufare il nostro portacolori nato a Zenzalino (terra benedetta per i trottatori, quella in provincia di Ferrara!) ma poi suo malgrado si lascia andare.
E quando il distacco imposto da Varenne agli avversari è così immenso da autorizzare qualunque imprudenza il telecronista esulta esattamente come tutti gli spettatori di Vincennes che lì in sottofondo si sentono gridare, e “rompe” in una gioia incontenibile.
Perché tutti e 40.000, non solo gli italiani furono incantati dalla fenomenale corsa di Varenne: portato quasi subito in testa da Gianpaolo Minucci (che pareva un azzardo, non conviene mai andare subito davanti in una corsa così lunga) Varenne è capace non solo di rimanere lì ma anche di resistere agli attacchi e poi andarsene avanti, sempre più avanti sino a staccare tutti di dieci, infinite lunghezze.
Fino all’ultima vittoria, la più bella di tutte: riguardatela con noi, ne vale la pena.
E poi sapere che mentre noi ci guardiamo questo video il protagonista è ancora lì nel suo box, e si porta benissimo i suoi 21 anni ci regala una gioia tutta particolare: che se ci scappa di fargli una carezza o allungargli una carota possiamo anche farlo, santapaletta, basta andare a trovarlo lì al Grifone, in provincia di Torino dove sta ancora facendo lo stallone.
Per la cronaca, Varenne è nato il 19 maggio del 1995 a Zenzalino di Coparo, in provincia di Ferrara da Waikiki Beach e Ialmaz (tutti e due con Redazione Cavallo Magaziney Crown in terza generazione, tanto per gradire) e per farvi un quadro più completo della sua biografia vi consigliamo la pagina Wiki a lui dedicata in lingua francese: duole dirlo, ma è più bella di quella in italiano.
2 febbraio 2016