Bologna, luglio 2016 – Che bello quando è lo sport a scrivere le pagine dei giornali e le pagine web. Che bello scrivere Emanuele Guadiano o Valentina Truppa o Stefano Brecciaroli (ordine alfabetico per disciplina Olimpica) “on the road to Rio 2016”. Che passione scrivere dei nostri binomi che vincono o che si piazzano nei primi cinque o nei 10 di concorsi internazionali “extra stellati”. Che bello cercare, appurare, approfondire una notizia che riguarda i cavalli, il mondo equestre e l’equitazione. Purtroppo non è sempre così, ci dobbiamo anche occupare di vicende che esulano dallo sport, dagli sport equestri nel nostro caso. Ci dobbiamo anche occupare di sentenze, di appelli, di contro appelli, di tribunale federale, di corte federale d’appello, di giudice sportivo, di procuratori federali, di avvocati, ecc…
Peggio ancora è occuparsi di sentenze e di appelli senza il riscontro ufficiale delle istituzioni. Insomma parlare del fumo che si intravede fra i cavalieri, i tecnici e i cavalli in gara, in rettangolo o impegnati in un percorso. Entriamo nel dettaglio. Enzo Truppa, la sentenza di secondo grado che lo riguarda non è ancora stata ufficializzata. In sintesi non esiste la sentenza da un punto di vista ufficiale e non se ne conosce il dispositivo. In pratica qualsiasi commento, opinione, parere, presa di posizione si fonda sul sentito dire che – scusate siamo giornalisti – non può costituire argomento per il dibattito. Torneremo su questo argomento quando avremo tutti noi le carte “in mano” pur rimanendo convinti che lo sport è un’altra cosa. Enzo Truppa andrà o non andrà a Rio? Perché parlare del fumo? Perché forse vale l’aforisma di Oscar Wilde “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”?