Bologna, aprile 2016 – Tutto cambia, tutto evolve: e così anche lo sport, ovviamente. In questi giorni a Losanna (Svizzera) si è molto dibattuto in occasione dello Sports Forum organizzato dalla Fei su molti temi legati all’organizzazione delle competizioni sportive soprattutto in prospettiva olimpica. Il problema legato agli sport equestri è ormai annoso e ben conosciuto da tutti noi appassionati e addetti ai lavori: lo sport equestre nell’ambito del calendario olimpico è piuttosto ingombrante, secondo il punto di vista degli ‘estranei’. Gare troppo lunghe e – così si dice – troppo complicate per la comprensione del pubblico generico (a suo tempo ci sono stati problemi derivanti anche dalla pericolosità per cavallo e cavaliere in completo, dalla identificazione delle classifiche di squadra e individuale). Insomma, continuamente tenuto in scacco con la prospettiva dell’esclusione dalla famiglia olimpica, lo sport equestre deve trovare delle soluzioni per andare incontro ai desideri e alle esigenze di chi deve pensare a gestire l’intera macchina olimpica: altrimenti ci sono decine di altre discipline sportive in lista di attesa fuori dalla porta e pronte a fare il loro ingresso: pare infatti che lo skateboard, il surf e le arrampicate su roccia siano in questo momento sport molto “cool and sexy”, come ha detto a Losanna Alan Abrahamson, componente dell’Olympic Press Committee, aggiungendo anche: “Un sacco di gente non sa nulla degli sport equestri, e nel contempo ci sono decine e decine di nuovi sport che bussano alla porta olimpica. Voi”, ha continuato Abrahamson rivolgendosi ai rappresentanti dello sport equestre, “avete un grande sport, avete un pubblico affezionato, quello di cui avete bisogno è un maggior numero di fans giovani, più giovani. Questo non è un punto di crisi, anzi: è un momento di arricchimento e di opportunità”. Sarà… Comunque che qualcosa debba cambiare è concetto condiviso da quasi tutti nella famiglia dello sport equestre (uscire dalle Olimpiadi sarebbe obiettivamente una catastrofe per il nostro sport) e, sebbene con alcune aree di dissenso, sembra proprio che la direzione sia quella di ridurre il numero dei componenti di ciascuna squadra (per tutte le specialità dell’equitazione) da quattro a tre eliminando il cosiddetto drop score, cioè l’eliminazione del punteggio peggiore dal computo complessivo del risultato della squadra. John Madden – primo vicepresidente della Fei – ha detto chiaro e tondo che tre componenti per ciascuna squadra porterebbe un incremento nel numero delle squadre (l’Olimpiade deve essere un momento ‘inclusivo’) sia ai Giochi Olimpici sia ai World Equestrian Games. Osservato speciale, poi, il completo: nella sessione finale dei lavori del Forum si è discusso a proposito della revisione delle regole riguardanti la specialità, i requisiti minimi per la partecipazione alle Olimpiadi e al Campionato del Mondo e d’Europa in modo da renderli più accessibili a nuove nazioni, aggiornamento del sistema di punteggi, modalità utili a presentare e ‘spiegare’ meglio lo spirito e le regole della gara. Cosa succederà quindi adesso? La discussione tra le varie federazioni nazionali e la Fei rimane aperta via internet: una prima bozza di quanto è stato detto e puntualizzato nel corso degli ultimi dodici mesi verrà inviata alle singole federazioni nazionali il prossimo 15 luglio con il 9 settembre come data termine per inviare di ritorno commenti e riflessioni ulteriori. Il 28 ottobre verrà pubblicata la versione definitiva del documento per poi procedere alle votazioni il 22 novembre in occasione dell’assemblea generale della Fei a Tokyo. Dal 2017 dunque si cambia: prepariamoci.
6 aprile 2016