Losanna, marzo 2015 – Manca poco più di un mese allo Sports Forum 2015 e il Board dell’International Jumping Riders Club sta ultimando i punti da presentare al meeting di Losanna, in programma il 27 e il 28 aprile.
Nella sessione dedicata al salto ostacoli saranno, infatti, analizzate le proposte dell’FEI Jumping Commitee riguardanti i Giochi Olimpici, i World Equestrian Games, i Campionati europei e altri giochi. Al centro della discussione è, infatti la questione, già affrontata in passato, del numero di rappresentanti di una squadra: quatto oppure tre atleti. Secondo quanto richiesto dalla Olympics Games Charter, è opportuno in occasione dei Giochi Olimpici avere tutti e cinque i continenti rappresentati e il più vasto numero di bandiere nazionali.
Ridurre il numero di atleti per ogni formazione potrebbe favorire l’ingresso di altri cinque team, tuttavia non incrementerebbe il numero di paesi partecipanti, che se ci fossero potrebbero già qualificarsi tra i quindici ammessi a titolo individuale. Una decisione che ad ogni modo non può prescindere dal riguardo che va posta sul benessere del cavallo, aspetto irrinunciabile di ogni scelta che riguarda l’interezza degli sport equestri.
Se per le Olimpiadi le squadre saranno composte da tre atleti, il Board del IJRC si pone adesso il problema di un adeguamento per quanto riguarda sia i Weg che la Coppa delle Nazioni: con tre cavalieri in gara non ci sarebbe più la possibilità di scartare il peggior risultato.
Ancora in discussione l’annosa questione dell’Invitation System, ovvero il sistema a inviti che regola i concorsi internazionali di salto ostacoli. La questione riguarda se sia o meno opportuno che la FEI crei una differenziazione di categorie in modo tale che la distribuzione dei punti validi per il ranking sia regolamentata rispetto al sistema ad inviti. A questo proposito il Club intende definire cosa sia da intendersi come wild/pay card. Ci si chiede, infatti, se sia da ritenersi tale un invito esteso dal comitato organizzatore ad un atleta scelto non secondo i criteri di ranking (oppure in quanto atleta di casa nominato dalla Federazione nazionale o direttamente dalla FEI). Allo stesso modo bisogna capire se un campione olimpico, europeo o vincitore dell’oro ai World Equestrian Games sia, alla stessa stregua, da considerarsi una wild/pay card, nel caso non fosse compreso tra i primi trenta cavalieri del ranking.
A questi temi si aggiungono altre problematiche che da anni non hanno trovato una soluzione soddisfacente: troppi cavalieri accedono a pagamento ai concorsi più prestigiosi dal punto di vista del montepremi, impedendo di fatto l’ingresso a chi non se lo può permettere. Di norma sono invitati, infatti, i primi trenta del ranking internazionale e sono accettate le iscrizioni di chi è disposto a pagare wild/pay card. Di conseguenza, chi non paga e non è tra i primi trenta resta escluso: questo significa una reale impossibilità di ottenere punti e di conseguenza risalire il ranking. Una situazione di immobilismo che danneggia i cavalieri oltre le prime trenta posizioni e i giovani (anche se le eccezioni ci sono, visto l’ingresso nella Top 30 nel giro di uno solo anno dell’irlandese Bertram Allen e dello svizzero Martin Fuchs, oppure la rimonta di Hans Dieter Dreher). Ad ogni modo, per chi si attesta tra la 35esima e la centesima posizione è difficile salire se non si è disposti a pagare. Succede anche nei concorsi internazionali a tre stelle, dove chi non si trova in una posizione alta del ranking resta fuori. A questo si aggiunge che, molto spesso, i CSI due e tre stelle non assegnano punti sufficienti per il ranking a causa di montepremi molto bassi, con un calendario internazionale saturo di CSI5* e una carenza consistente di quattro stelle.
Una situazione complessa che coinvolge diversi attori: per questa ragione, l’intento del Club non è quello di penalizzare il ranking, né tanto meno i top riders, gli organizzatori o le federazioni, ma di perseguire il bene collettivo, rendendolo indipendente dalle dinamiche di mercato, secondo il principio meritocratico dello sport, per far sì che il salto ostacoli mantenga ed accresca il suo ruolo tra le discipline olimpiche.
23 marzo 2015