Ginevra, dicembre 2015 – Che spettacolo! Steve Guerdat ha vinto questo pomeriggio il Gran Premio Rolex dello Csi a cinque stelle di Ginevra (Svizzera) in sella a Nino des Buissonnets. Questo il dato di fatto. Un fatto che di per sé non spiega e non racconta il grado di emozione, tensione, spettacolarità, dramma (sportivo) addirittura in alcuni casi che si è vissuto sotto la sterminata volta del Palexpo. Steve Guerdat è svizzero ed è l’idolo di casa a Ginevra. Ginevra è il più importante concorso ippico internazionale indoor del mondo ma – stando al risultato pubblicato dall’Année Hippique sulla base delle valutazioni di addetti ai lavori, giornalisti e cavalieri – è anche il miglior concorso ippico internazionale del mondo in assoluto. Steve Guerdat nel 2015 ha vissuto prima in paradiso con la vittoria della finale della Coppa del Mondo, poi è piombato all’inferno con una squalifica per doping che doping si è rivelato non essere e che comunque gli ha fatto perdere non solo il Campionato d’Europa ma anche temporaneamente lo scintillio della sua reputazione, infine – oggi – è ritornato in paradiso dimostrandosi più forte, più bravo, più determinato che mai. Prendete tutto questo, mescolatelo con una ulteriore serie di ingredienti che sono un pubblico impressionante, un numero di concorrenti a due e quattro gambe tra i più forti del pianeta, il campo ostacoli indoor più grande del mondo, un gruppo di sponsor tra i quali emerge Rolex con tutta la maestosità delle sue risorse e delle sue capacità, un’organizzazione che solo tra i volontari può contare sulla bellezza di 700 tra ragazzi e ragazze il cui unico sogno è poterci essere, un direttivo tecnico e organizzativo senza eguali per competenza e passione, e allora capirete perché Steve Guerdat questo pomeriggio era quasi in lacrime alla fine della sua portentosa prestazione su un Nino des Buissonnets che forse nemmeno quando ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra si è dimostrato così prepotentemente superiore alla concorrenza. In poche parole: uno spettacolo che ben presto ha perso i contorni di evento sportivo per assumere quelli ben più coinvolgenti e toccanti della tragedia teatrale.
Tre centesimi di secondo di distacco in un barrage al fulmicotone sono la distanza che ha separato Guerdat da un Simon Delestre (su Qlassic Bois Margot) che dietro la sua espressione timida e quasi impaurita da ragazzino che pensa di non essere mai al posto giusto nasconde in realtà una forza meravigliosa, la stessa che lo ha fatto trionfare nel Gran Premio di Coppa del Mondo a Verona lo scorso novembre quando sembrava impossibile fare meglio di chi lo precedeva. Eppure in quei tre centesimi di distacco c’è una distanza che oggi ha fatto sembrare Guerdat inarrivabile. Nino des Buissonnets ha saltato in un modo straordinario e Guerdat ha montato come una macchina implacabilmente programmata per un unico risultato: la vittoria. Favoloso Eric Lamaze su Fine Lady: ma niente da fare, 3° posto. Pericolosissimo Kent Farrington su Voyeur soprattutto dopo la prestazione che gli aveva fatto vincere la Top 10 solo due giorni prima: costretto al 4° posto. Meraviglioso Emanuele Gaudiano al termine di un concorso vissuto tra luci e ombre: il nostro cavaliere faceva percepire quasi fisicamente al pubblico la sua fame di vittoria e la sua voglia di affermazione, per installarsi infine a un 5° posto da applausi a scena aperta, anche perché, riconosciamolo, sembrava un po’ la lotta di Davide contro Golia, calcolando il valore e la qualità dei cavalli in campo al cospetto dei quali Admara certo non regge il confronto. E poi Piergiorgio Bucci che voleva come non mai ritagliarsi un posto al sole e che dopo un convincente netto di Casallo Z nel base incorreva purtroppo in due errori in barrage (15°). A seguire quindi tutta l’aristocrazia del salto ostacoli mondiale: Bengtsson su Casall, Diniz su Winning Mood, Veniss su Quabri de l’Isle, Ahlmann su Taloubet Z, Ehning su Cornado, per non parlare di quel Roger-Yves Bost vincitore formidabile di due gare grosse nei giorni precedenti e oggi, lanciato in barrage come una furia, subiva la inopinata e irremovibile difesa del suo Pegase du Murier a dieci metri di distanza dall’ultimo ostacolo (e chissà come sarebbe finita… ). E per non dire di coloro i quali sono rimasti esclusi dal barrage per un errore infinitesimale, come il nostro bellissimo Lorenzo De Luca su Zoe II netto fino all’ultimo verticale (infine 18°), o Ludger Beerbaum su Chiara, o perfino il vincitore dei vincitori Scott Brash su Hello Sanctos, o la leggiadra Penelope Leprevost su Flora de Mariposa, o addirittura il doppio campione del mondo e d’Europa Jeroen Dubbeldam su Zenith… Steve Guerdat solleva il Palexpo e lo proietta tra le vertigini dell’euforia. I nostri cavalieri azzurri guardano senza starsene a guardare: nello spettacolo mondiale di oggi ci sono anche loro.
13 dicembre 2015
LA CLASSIFICA FINALE
http://www.chi-geneve.ch/results/live.aspx?e=1&c=19