Skellefteå, gennaio 2016 – Ha suscitato molto scalpore la decisione di Helena Ståhl, 24enne svedese appassionata di trotto che ha deciso di fare abbattere la sua cavalla, Iffy Mant, recuperandone poi la carne per il suo uso alimentare.
Iffy Mant era la sua migliore amica, come ha dichiarato la stessa Helena che con lei ha fatto numerose corse al trotto, sia attaccato che montato. La cavalla aveva subito un grave incidente alle ginocchia l’anno scorso e Helena, trovandosi costretta ad abbatterla, ha scelto di non farla incenerire o seppellire ma di mettere i 154 kilogrammi di carne risultati dalla macellazione della baia in freezer.
“Se non mangio la carne di un animale che ha vissuto bene per tutta la sua vita, felice fino all’ultimo con che coraggio potrò mai mangiare quella che viene dagli animali di allevamento?” si è detta Helena.
Personalmente non ci sentiamo di condannare a priori questa scelta, perché effettivamente è solo grazie ad una certa dose di vigliaccheria che noi possiamo tranquilamente mangiare bistecche e polli arrosto senza sporcarci mani e coscienza: Helena è stata semplicemente pragmatica e ragionevole.
Si potrebbe poi filosofeggiare sul fatto che in certe culture classificate come primitive il cibarsi di qualcosa significhi appropriarsi delle sue virtù, come succede per il cannibalismo rituale: ma siamo gente di scuderia, e non facciamo mai voli troppo pindarici.
O quasi.
Solo ci sorge una curiosità: ma dal punto di vista veterinario e sanitario la carne di Iffy Mant come sarà stata? possibile che non avesse assunto nemmeno un farmaco che la rendesse non idonea all’uso alimentare?
7 gennaio 2016