fonte ANSA
Torino, ottobre 2015 – Si rifornivano di droga dagli esponenti delle ‘ndrine calabresi e piemontesi e la immettevano sul mercato di Torino.
È un vasto traffico di droga quello scoperto dalla polizia, che all’alba di questa mattina ha arrestato 13 persone. Otto sono finite in carcere, altre cinque ai domiciliari, mentre per quattro è scattato l’obbligo di firma. La droga, secondo l’accusa, serviva a mantenere gli esponenti della ‘ndrangheta finiti in carcere con le operazioni ‘Criminè e ‘Minotaurò.
Gli agenti della Questura di Torino, in collaborazione con lo Sco, hanno anche effettuato un maxi sequestro di beni, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Sigilli sono stati posti a nove immobili, tra la provincia di Torino e quella di Catanzaro. Sequestrati anche due bar a Moncalieri, una ditta di autotrasporti a San Mauro Torinese, tre auto, due moto e 26 conti bancari. Beni acquistati, secondo gli investigatori coordinati dai pm Paola Stupino ed Enrico Arnaldi di Balme, per ripulire il denaro proveniente dal traffico di stupefacenti.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati anche un chilo e 200 grammi di hashish. L’ordine disposto dal gip prevedeva anche il sequestro di sei cavalli da corsa, anche questi acquistati, sempre secondo l’accusa, allo scopo di ripulire il denaro sporco. La polizia, però, non è riuscita a trovarli. Tra loro anche Orilio, uno dei numerosi figli di Varenne, il trottatore italiano più vincente di sempre.
Per l‘inseminazione della loro cavalla, secondo quanto emerso, una famiglia coinvolta nell’indagine aveva speso 15mila euro. Il traffico di droga era gestito, secondo gli investigatori, da due fratelli di 44 e 48 anni, residenti rispettivamente a Moncalieri e a Nichelino, il secondo dei quali in uno stabile pubblico gestito dall’Atc, l’agenzia territoriale della casa che ha collaborato con l’indagine. «Invitiamo i cittadini a segnalarci i reati – dice il presidente dell’ente, Marcello Mazzù – anche in forma anonima». I due fratelli si rifornivano da esponenti della ‘ndrangheta che si sono stabiliti in Spagna o anche dalle cosche piemontesi.
Uno di loro è ritenuto anche responsabile di un episodio di usura ai danni di un barista residente nella cittadina, con un tasso di interesse del 100% annuo.
22 ottobre 2015