Perugia, gennaio 2016 – Questa mattina guardavo un vecchio, vecchissimo cavallo che pascolava beato al sole: ha 36 anni, si chiama Fiorello, è un sauro con una lista lunga e larga che gli prende tutto il musone e a guardarlo me ne ricorda tanto un altro, vecchione pure lui e con lo stesso mantello e (quasi) la stessa lista.
Ma stamattina avevo davanti questo qui: impigrivo al sole di questo 1° gennaio 2016, che ogni tanto ci vuole un po’ di ozio. E pensavo che ieri è finito il 2015, bello o brutto che sia stato non ha importanza perché è finito e da oggi comincia il 2016, tutto sbrilluccicante e pieno di promesse – o per lo meno a noi piace fare così con l’anno nuovo, riempirlo di speranze e buon intenzioni.
Ed è un altro anno che si aggiungerà agli altri, che buffo che vogliamo vedere del nuovo a tutti i costi in qualcosa che invece scandisce il passare del tempo, e ci dice piano piano che abbiamo un altro giorno, un altro anno in più e siamo un po’ più vecchi di ieri.
E’ buffo anche che riusciamo sempre a vedere le cose come le preferiamo più che come realmente sono, non tutto è quello che sembra e anzi – magari è l’esatto contrario.
Come Fiorello per l’appunto: forse per l’anno nuovo era più indicato farvi vedere un bel puledrino, o uno stallone giovinastro tutto pieno di ormoni e criniera che scalpita verso l’abbacinante futuro.
Invece a me piace cominciare l’anno guardando questo vecchione che si gode il sole di un inverno per ora mite, e si gusta con attenzione tutti i fili d’erba freschi e nuovi che trova nel suo prato. Non gliene scappa uno, sa quando cadono le ghiande della quercia per andarsele a pappare, e sa anche che dopo cadono quelle del cerro che sono buone uguali e, se non gli si apre il filo elettrico per andare sin là sotto, protesta con veemenza e ad Andrea tocca di andare giù e lasciarlo passare: che Fiorello lo sa quando è ora di cercare una cosa o l’altra – in 36 anni ha imparato questa, e tante altre cose.
Sì, forse non è un cavallo da copertina come quelli più giovani e in forma, forse a voi non piacerà nemmeno tanto: ha la schiena insellata, i muscoli non sono più tonici come quando era giovane e allenato e un cavallo veramente vecchio come lui non è mai troppo bello da vedere.
In apparenza.
Perché lui è ancora il cavallo che è sempre stato, solo più arrugginito. E dentro ha tante cose belle – la pazienza, la dolcezza, la voglia di frasi una trottatina fino alla carezza più vicina e tutta la saggezza che ha accumulato in 36 anni da cavallo qualsiasi, con una vita uguale a quella di tanti altri e la fortuna di essere ancora qui a pascolare.
Per cui gli auguri di questo Nuovo Anno, il 2016 ve li faccio con Fiorello (e con quell’altro sauro vecchione che gli somiglia così tanto): perché mi piace l’idea che ci sia un altro anno da aggiungere a tutti gli altri, mi piace l’idea di diventare un pochino più saggia grazie ad altre cose che imparerò, mi piace ricordarmi che sarà importante gustarsi ogni filo d’erba, ogni mattina di sole, ogni ghianda che troveremo lungo il cammino di questi altri giorni che potremo avere.
Quindi auguri a tutti per un altro anno pieno di cose belle: e ricordatevi di Fiorello ogni tanto, che apprezza ogni singolo filo d’erba e ogni mattina di sole.
1 gennaio 2016