Parigi, 8 gennaio 2017 – Si chiama Vésuve de Brekka, ha otto anni ed è un castrone baio nato a Colomby, nella Manche che ha iniziato la sua carriera nel reggimento della Garde républicaine il nuovo ambasciatore francese in Cina: lo ha donato il presidente Emannuel Macron al suo omologo cinese Xi Jinping in occasione della sua prima visita di stato nel paese della Grande Muraglia, che comincia oggi.
Si può davvero considerare come un ambasciatore Vesuve, protagonista di questa “diplomazia del cavallo” come è stata chiamata in Francia per giustapporla alla “diplomazia dei panda” cinese, che aveva visto una coppia degli orsetti black&white protagonisti nel 2012 di un viaggio in senso opposto.
Da notare che Macron (il cui nome in mandarino è reso con il termine Makelong, che significa “il cavallo vince il dragone”) ha sottolineato “…l’accordo di partnership tra la Guardia repubblicana e le autorità cinesi, che valorizza l’eccellenza della filiera equina francese ricca di molte eccellenze che possono accompagnare lo sviluppo del settore in Cina”.
Già, perché chi ha una filiera equina (o equestre, o ippica) come la Francia può valorizzarla, e farla diventare un punto di forza del commercio con un grande paese estero in espansione come la Cina (di cui ricordiamo il boom inerente tutti gli sport equestri): chi invece non ce l’ha (e lascio a voi fare dei nomi, così a caso) perché rotola verso un’ippica ed un’equitazione sempre meno professionali, sempre meno imprenditoriali e sempre meno qualificate si attacca al tram.
Ma a parte questa parentesi amara: speriamo che Vésuve riesca a mettere una buona parola per i suoi cugini asini, che in Cina hanno parecchio da patire.
Qui la fonte della notizia