Bologna, marzo 2016 – L’equitazione da noi pare sempre un ‘affare’ molto complicato. È complicato comprare un cavallo, è complicato rapportarsi con l’istruttore, è complicato trovare il centro ippico giusto. Per non parlare di quando – per capacità personali – si è in grado di fare dell’agonismo. Lì le complicazioni si moltiplicano e crescono – nonostante sarebbe logico fosse il contrario – di pari passo con il livello del binomio. E sono complicate anche tutte le ‘pratiche’ che ruotano intorno ai cavalli: assicurazioni, tesseramenti vari, iscrizioni, passaporti, certificati. Se per disgrazia si ha l’ambizione di voler organizzare una gara, un raduno, nel rispetto delle regole, ecco un’altra vagonata di complicazioni…
Insomma, pare tutto sempre troppo complicato e spesso ci si accoda al gruppone di coloro che spalancano le braccia con desolazione. Complicate le federazioni, le associazioni e spesso sono complicati anche gli stessi rapporti con i vicini di box.
Poi arrivano esempi straordinari come quello di Ferdinando Acerbi, di cui parliamo in questo numero del giornale, di Sara Morganti… Storie vere, di persone vere, con soluzioni coraggiose a problemi veri. E tutte le nostre complicazioni tornano immediatamente nella dimensione che nella realtà dovrebbero avere: minima. Sì perché quando è la passione che vince su tutto, che si impone sui problemi veri, non c’è ‘complicazione’ che non possa essere agilmente superata. Ci sono solo incredibili e meravigliose soluzioni umane. Forse, se ci pensiamo per un attimo, provando a semplificare ogni aspetto della nostra vita equestre potremmo riscoprire la bellezza che il nostro sport è in grado di regalarci. Potremmo, in alcuni casi anche con sorpresa, riscoprire la magnificenza del sentire il nostro cavallo che si muove sotto la nostra sella in quel connubio perfetto che ci fa sentire sulla vetta del mondo. Un percorso ben svolto, una galoppata in campagna, lo stare bene con il nostro cavallo non deve essere la sintesi di una montagna di problemi. Bensì una tra le cose più piacevoli verso le quali tendere, con impegno, con consapevolezza.
In una parola, con goia.
Di Liana Ayres, Direttore di Cavallo Magazine
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