Bologna, agosto 2016 – Pietro e Luca Roman iniziano oggi la prima Olimpiade della loro carriera. E’ ovviamente un momento davvero speciale, perché non solo i Giochi a cinque cerchi rappresentano l’obiettivo sognato da qualunque atleta di qualsiasi disciplina ma in più poterlo raggiungere in compagnia del proprio fratello rende la cosa del tutto straordinaria. Inutile tentare di descrivere il magma ribollente di emozioni che si agita dentro il calderone di questa avventura a Rio de Janeiro per tutta la famiglia Roman e per i tifosi azzurri e per l’Italia dello sport equestre… lo si può facilmente immaginare. Anche perché non è un fatto inedito, anzi: l’equitazione azzurra ha spesso visto in campo olimpico due fratelli compagni di squadra (e – diciamolo scaramanticamente sotto voce – vincendo sempre almeno una medaglia!). E per giunta due di questi fratelli proprio nel completo e proprio di cognome… Roman: già, proprio così, Federico (nato nel 1952, padre di Luca e Pietro) e Mauro (nato nel 1954, zio di Luca e Pietro) vincitori della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca 1980 insieme anche a Marina Sciocchetti e Anna Casagrande, e Federico oro individuale.
Anche se i cosiddetti ‘fratelli d’Italia’ non possono essere che Piero e Raimondo d’Inzeo (nati rispettivamente nel 1923 e nel 1925, e scomparsi nel 2014 e 2013): otto medaglie tra individuali e a squadre nell’arco di otto Olimpiadi… Piero tutte in salto ostacoli dal 1948 al 1976, più la presenza anche in completo nel 1952; Raimondo la prima – 1948 – in completo, poi le successive sette in salto ostacoli. Le loro medaglie sono state vinte a Stoccolma 1956 (Piero bronzo e Raimondo argento, più l’argento di squadra), a Roma 1960 (Raimondo oro e Piero argento, Italia bronzo), a Tokyo 1964 (bronzo a squadre) e a Monaco 1972 (bronzo a squadre).
Una serie di trionfi meravigliosi, in due occasioni condivisi con un’altra coppia di magnifici fratelli del salto ostacoli azzurro: gli Oppes. Ma Salvatore (nato nel 1909 e scomparso nel 1987) e Antonio (1916-2002, padre di Salvatore Oppes… junior) non si sono mai trovati in campo olimpico insieme: il primo ha partecipato ai Giochi nel 1952 in salto e completo e poi nel solo salto nel 1956 (argento a squadre con i due fratelli d’Inzeo), il secondo nel 1960 con il bronzo a squadre a sua volta condiviso con Piero e Raimondo.
Altri due celebri fratelli olimpici sono gli Angioni, che insieme hanno vissuto l’Olimpiade di Tokyo ’64 in completo con la conquista dell’oro a squadre: Paolo (nato nel 1938) come titolare e Stefano (1939) nel ruolo di riserva (Paolo avrebbe poi partecipato anche a quelle del 1968, sempre in completo, ma in assenza del fratello); anche se Stefano si è trovato coinvolto in una situazione abbastanza difficile legata allo status di professionista di Graziano Mancinelli… (allora gli atleti qualificati come professionisti non potevano partecipare alle Olimpiadi e Angioni avrebbe gareggiato in salto ostacoli se il tentativo di portare Mancinelli allo status di dilettante non fosse andato a buon fine, altrimenti il titolare sarebbe stato Graziano e lui dirottato al ruolo di riserva in completo; ma la decisione del Cio sarebbe arrivata solo dopo che tutti i cavalieri azzurri fossero giunti a Tokyo, e naturalmente prima dell’inizio delle gare: il verdetto infine fu favorevole alla conversione dello status di Mancinelli e così Angioni fece la riserva in completo, pur avendo un cavallo in quel momento formidabile in salto ostacoli, specialità per la quale allora le squadre olimpiche erano però composte da soli tre binomi).
Ci sarebbe poi un’altra coppia di… quasi fratelli, in gara assieme alle Olimpiadi: i Chimirri, che tuttavia di fatto sono cugini (figli di fratelli), però legati da un rapporto talmente stretto da poter essere considerati perfino molto più che fratelli; Bruno nato nel 1971 e Vincenzo nel 1973 hanno partecipato insieme a Roberto Arioldi e a Juan Carlos Garcia ai Giochi di Atene 2004 in salto ostacoli.
Ebbene, ora il compito di rinnovare il successo dei fratelli azzurri nell’equitazione spetta ai giovani Pietro e Luca Roman, i quali si affiancheranno ai bravissimi Stefano Brecciaroli e Arianna Schivo: riusciranno tutti e quattro nell’impresa migliore? E’ molto difficile fare qualunque pronostico, anche se ovviamente tutto il nostro cuore è con loro… ma d’altra parte Federico e Mauro Roman sul podio di Mosca avranno immaginato che un giorno i loro figli e nipoti avrebbero composto la squadra azzurra olimpica? Di certo no, quindi come si vede mai porre limiti al destino…
6 agosto 2016