Valkenswaard, agosto 2016 – Quello che oggi hanno fatto insieme Rolf-Goran Bengtsson e Casall a Valkenswaard nel barrage del Gran Premio del Longines Global Champions Tour è qualcosa di prodigioso. Non ci si abitua mai a prodezze del genere, nonostante loro ne abbiano firmate diverse ormai. Eppure c’è sempre qualcosa che regala emozioni nuove nell’assistere a spettacoli del genere: il senso di una sfida che coinvolge tutti, che rende tutti protagonisti, perché tutti, chiunque, ognuno di noi non può non amare questo cavaliere timido e gentile e apparentemente dimesso ma che in sella e in gara diventa un mostro di bravura e agonismo e tecnica; e questo cavallo nato nel 1999 ma che sembra fresco e reattivo e potente come un giovane campione pronto a spaccare il mondo… Ma la loro unione e la loro sintonia in effetti dimostrano eloquentemente una lunga esperienza maturata insieme, una sintonia e un’unione costruite anno dopo anno e metro dopo metro, un’intesa che rende possibile affrontare ostacoli e traiettorie che in quel modo risulterebbero impossibili per chiunque, un lavoro portato a compimento nel tempo e nello spazio che esalta come meglio non sarebbe possibile il concetto di binomio. La loro vittoria oggi contro avversari davvero temibili è un capolavoro di tutto: di tutto quello che significa equitazione.
Avversari temibili, certo. Tra questi Alberto Zorzi. Proprio lui. Proprio questo ragazzo che partito dal Veneto per diventare il cavaliere numero due della scuderia di Jan Tops per l’appunto a Valkenswaard, giorno dopo giorno ha costruito una sicurezza e una certezza e una disinvoltura nel suo montare a cavallo che oggi suscitano ammirazione (e orgoglio: diciamolo!) incondizionata. Tutto quello che in Zorzi vediamo oggi c’era anche prima, ovviamente: ma la vita aggiunge, quando chi la sta vivendo lo fa nella maniera giusta, rendendosi pronto ad assimilare e imparare e assorbire senza presunzione e con disponibilità immediata. Come ha fatto e sta facendo Alberto. Che ormai entra in campo con lo sguardo freddo e calmo di chi sa cosa deve fare e che semplicemente lo fa. E lo fa meravigliosamente bene. L’Alberto Zorzi di oggi è un cavaliere ormai pronto per tutto. Lo si era già rilevato dopo il Gran Premio di Ascona (Svizzera) qualche tempo fa, una gara che pur essendo di alto livello non è paragonabile a quella di oggi per differenza di campo, di avversari, di montepremi, di aspettative, di pressioni (non dimentichiamo che Zorzi monta e lavora e vive a Valkenswaard… ): il contesto odierno non fa altro che confermare che ormai Alberto Zorzi prescinde dalla situazione contingente. La sua è un’equitazione che esiste di per sé stessa. Ha una vita propria. L’Italia deve godersi questo cavaliere ed essere felice di vederlo oggi sul podio: ma se sul podio non ci fosse salito, il ragionamento non cambierebbe di una virgola. Perché le cose ormai stanno così.
Emanuele Gaudiano ha montato Corbanus. Per fortuna ha fatto due errori in prima manche e non è andato in seconda: che poi sarebbe potuta scattare la sua proverbiale fame agonistica… invece così il nostro campione se ne è stato bello calmo e tranquillo e non ha corso alcun ‘pericolo’: martedì deve partire per Rio de Janeiro, cerchiamo di non correre rischi inutili… (è necessario specificare che trattasi di commento scherzoso? Forse sì, non si sa mai di questi tempi: quindi, è un commento scherzoso… ).
Piergiorgio Bucci ha montato il nuovissimo – per lui, dopo una prima gara ieri – Aris, cavallo della sua compagna Janika Sprunger. Ne sono venute fuori 12 penalità, ma non è un dato rilevante: ciò che più conta, nel caso in cui non si tratti di puro e semplice esperimento, è che per buona parte del percorso – diciamo quella iniziale – il cavallo ha saltato benissimo dando l’impressione di poter costruire qualcosa di molto interessante con il nostro cavaliere. E Piergiorgio Bucci ha dimostrato di poterlo montare con una fluidità e una disinvoltura che rendono merito alla sua bellissima equitazione. Certo: si vede che manca l’intesa nel momento in cui emerge una difficoltà imprevista, e sarebbe innaturale il contrario. Ma se il sauro figlio di Nassau dovesse rimanere sotto la sella del cavaliere abruzzese… beh, sarebbe davvero un bell’acquisto!
6 agosto 2016
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO LONGINES
http://www.longinestiming.com/#!/show-jumping/2016/1215/html/en/longinestiming/resultlist_04.html
LA CLASSIFICA DEL LONGINES GLOBAL CHAMPIONS TOUR
http://results.hippodata.de/2016/1215/docs/lgctranking_after_valkenswaard.pdf