Bologna, sabato 7 agosto 2021 – E’ finita come doveva finire. Ci sarà tempo e ci sarà modo per discutere e analizzare tutto quello che in questa Olimpiade di salto ostacoli non è andato bene, ma il risultato finale è giusto. Giusto che abbia vinto una Svezia che ha dominato con tre cavalli, un’amazzone e due cavalieri che sono stati sempre protagonisti dal primo all’ultimo salto. Giusto che sul podio siano salite anche le squadre di Stati Uniti e Belgio: gli americani in vorticosa rimonta dopo una prova individuale che aveva visto tutti e tre gli effettivi – Kent Farrington (il quale non ha preso parte alla gara a squadre), Jessica Springsteen e Laura Kraut – esclusi dalla finalissima contro ogni pronostico, mentre gli europei mantenendo una regolarità di rendimento ammirevole. Giusto sebbene molto doloroso che la Francia non sia salita su quel podio che dopo i due magnifici percorsi di Simon Delestre su Berlux e di Mathieu Billot su Quel Filou (un punto sul tempo per entrambi) sembrava assolutamente alla sua portata: Penelope Leprevost diceva la parola decisiva con la sua eliminazione su Vancouver de Lanlore, e in quel momento l’istinto primo sarebbe stato quello di scendere in campo per abbracciarla con tutto il cuore perché quello che le era accaduto era di una ferocia spietata… Ma nel confronto con le squadre rivali bisogna riconoscere che la Francia ha avuto qualcosa in meno durante tutte le giornate di queste Olimpiadi di salto ostacoli.
Rispetto alla prova qualificativa di ieri, solo due squadre hanno modificato la propria formazione: il Brasile che escludeva Rodrigo Pessoa con Carlito’s Way e lo sostituiva con Yuri Mansur su Alfons, e l’Olanda che toglieva Willem Greve con Zypria e metteva Harrie Smolders con Bingo du Parc. Ma mentre Yuri Mansur aveva partecipato alla prova individuale, quindi avendo avuto l’opportunità di… scaldare i motori, Smolders entrava in gara senza aver fatto mai nemmeno un salto: il suo stupendo percorso netto quindi ha descritto come meglio non sarebbe stato possibile il suo valore di cavaliere e quello del suo cavallo.
L’esito finale di questa Olimpiade di salto ostacoli a squadre è stato determinato da un barrage: perché il fenomenale Peder Fredricson in sella all’ugualmente fenomenale All In (già argento individuale tre giorni fa, oltre che a Rio 2016) aveva commesso un inopinato errore sull’ultimo ostacolo del percorso quando l’oro alla Svezia sembrava già cosa fatta e quindi strozzando nella gola di tutto il clan svedese l’urlo di gioia: invece quella maledetta barriera caduta allineava la Svezia al risultato degli Stati Uniti (cioè 8 penalità) con il Belgio a 12. Per i belgi valeva lo stesso discorso: un errore in meno di Gregory Wathelet su Nevados S e il barrage per l’oro sarebbe stato a tre… !
Il testa a testa tra i tre statunitensi e i tre svedesi è stato uno spettacolo strabiliante, entusiasmante, di tensione spinta al massimo livello possibile. L’ordine di ingresso che alternava i binomi di una squadra a quelli dell’altra vedeva gli Stati Uniti partire prima della Svezia: un vantaggio – peraltro meritatamente conquistato grazie ai risultati ottenuti nel percorso base – determinante per la Svezia che avrebbe avuto a disposizione l’ultima parola con Peder Fredricson e All In.
Parte Laura Kraut su Baloutinue: 0 in 41.33. Risponde Henrik von Eckermann su King Edward: 0 e 42.00… Svantaggio svedese, dunque. Ecco Jessica Springsteen su Don Juan van de Donkhoeve: 0 in 42.96… forse non basta. Sì, perché Malin Baryard su Indiana fa 0 in 41.89. McLain Ward è rinomato per essere un velocista implacabile: infatti Contagious taglia il traguardo a zero in 39.92. Il momento decisivo arriva dunque con Peder Fredricson su All In, la pressione è tremenda, il cuore è nella gola di svedesi e statunitensi in egual misura… Peder Fredricson gioca il tutto per tutto, la peggiore delle ipotesi è la medaglia d’argento, ma la migliore… All In galoppa con la sua andatura radente e rapida, Fredricson toglie centimetri su centimetri, lo spettacolo è stupendo… e si tramuta in trionfo una volta tagliato il traguardo: 0 in 39.01… ! Svezia batte Stati Uniti 122.90 a 124.20. Medaglia d’oro per Peder Fredricson e All In, Malin Baryard e Indiana, Henrik von Eckermann e King Edward.
IL GRAFICO DEL PERCORSO
https://olympics.com/tokyo-2020/olympic-games/resOG2020-/pdf/OG2020-/EQU/OG2020-_EQU_C03A_EQUOJUMPTEAM———-FNL-000100–.pdf
LA CLASSIFICA FINALE
https://olympics.com/tokyo-2020/olympic-games/resOG2020-/pdf/OG2020-/EQU/OG2020-_EQU_C73(S)A_EQUOJUMPTEAM———-FNL-000100–.pdf