Bologna, lunedì 23 agosto 2021 – Prima cavaliere di completo. Ad alto livello: medaglia d’argento nel Campionato d’Europa young rider nel 1986, preparazione per tre edizioni dei Giochi Olimpici come cavaliere federale ai Pratoni del Vivaro (ma non prenderà parte a nessuna delle tre, per varie circostanze sfortunate), partecipazione a due Campionati d’Europa e a un Campionato del Mondo, oltre che ai più importanti completi internazionali. Profonda conoscenza quindi della ‘materia’ non solo in fatto di tecnica e di agonismo, ma anche per quanto concerne le dinamiche di squadra e di vita sportiva. Ferdinando Acerbi rimane cavaliere fino al 1996, anno in cui si conclude la sua prima vita.
La seconda inizia subito dopo: sul mare e con le vele, passione trasmessagli dal padre e coltivata assiduamente anche in precedenza. Ferdinando Acerbi diventa skipper e istruttore subacqueo. Organizza viaggi. Porta la gente in escursione sul mare e dentro il mare, gestisce presso grandi alberghi centri che organizzano immersioni. Un giorno – il 13 gennaio del 2004 – Ferdinando Acerbi esce in mare partendo da Sharm el Sheik con un gruppo di clienti russi, esperti subacquei. Al termine dell’immersione si accorge che manca una persona. Scende a cercarla. Trova quest’uomo in stallo a 80 metri di profondità. In emergenza. L’uomo perde l’erogatore: Ferdinando Acerbi gli mette in bocca il suo e comincia a risalire. A quaranta metri sembra che l’uomo dia segni di indipendenza nel respiro così Acerbi si ferma per circa tre minuti: ma l’uomo perde di nuovo l’erogatore. Ferdinando Acerbi gli infila nuovamente il suo, quello di scorta, e riprende a salire velocemente, ben consapevole del terribile rischio di embolia… Il rischio si materializza, purtroppo: Ferdinando Acerbi rimane paralizzato. Un tremendo sacrificio: perché il subacqueo russo era già morto sotto acqua…
Inizia la terza vita. Dopo aver superato lo shock per la drammatica situazione e averne accettato le conseguenze, Ferdinando Acerbi e sua moglie Laura Gaffurini danno vita all’associazione Ancoramare: in barca percorrono l’Italia in varie tappe per promuovere la cultura sportiva come mezzo di riscatto per persone che hanno avuto problemi di carattere fisico. E per far capire – e dimostrare – che la vita può andare avanti come prima, seppure in maniera diversa. Non solo: fondano la cooperativa sociale Henable.me, il cui fine ultimo è quello di inserire nel mondo del lavoro persone disabili grazie alle tecnologie digitali.
Ma in modo del tutto naturale ecco la quarta vita. La quarta vita nasce un giorno del 2015, quando Ferdinando Acerbi porta sua figlia a montare a cavallo in scuderia dall’amico Paolo Segolini, il quale a un certo punto arriva in campo con una cavalla dicendo “questa è talmente buona che potresti montarla anche tu”. Detto fatto: Ferdinando Acerbi si ritrova in sella. Ovviamente fotografia di rito e post su Facebook: e da quel momento si rimette in moto tutto… amici che telefonano e scrivono… perché non ci pensi… non sarebbe bello se… Per farla breve: Laura Conz, responsabile del settore paralimpico in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, donna di cavalli di indiscutibile competenza e persona di sensibilità superiore, convince Ferdinando Acerbi della cosa. Ferdinando Acerbi è un lottatore coraggioso, è un ottimista di natura, è un positivo a prescindere e soprattutto è – e per sempre sarà – un vero sportivo: sì, ok, proviamoci. Ed è così che arrivano le Paralimpiadi di Rio de Janeiro: Ferdinando Acerbi in sella a Quasimodo di San Patrignano.
Adesso il capo équipe della squadra azzurra in procinto di affrontare le Paralimpiadi a Tokyo è proprio lui: Ferdinando Acerbi. Il quale ha così chiuso il cerchio delle sue innumerevoli vite: perché tutto è cominciato con i cavalli, e tutto non può che continuare con i cavalli.