Cracovia, 19 settembre 2019 – Paola Giacomini e i suoi cavalli Custode e Tgegheré sono arrivati a Cracovia: dopo un viaggio di 8.000 chilometri hanno consegnato la freccia mongola che è partita con loro nel maggio 2018 da Kharakhorin, un tempo capitale della Mongolia, al sindaco e ai Vigili del Fuoco della città polacca.
Dove, nel 1241, un’altra freccia mongola colpì alla gola un trombettiere che stava dando l’allarme ai concittadini: accortosi della polvere sollevata dalle orde mongole in arrivo, ripeté diverse volte l’Inno a Nostra Signora che veniva suonato normalmente ad ogni apertura e chiusura delle porte della città, attirando così l’attenzione dei suoi connazionali e permettendo loro di prepararsi all’assalto, cui resistettero.
La precisissima freccia mongola aveva spezzato la sua ‘voce’ per sempre: ma da allora ogni giorno un trombettiere (oggi del corpo dei pompieri locali) ripete lo stesso inno e si interrompe come allora sull’ultima nota suonata otto secoli fa.
Ora a Cracovia c’è una freccia che vuole guarire, idealmente, quella ferita: e dopo la cerimonia di consegna di lunedì, con Paola emozionata ed elegantissima nella sua casacca azzurra ricamata nelle lontanissime steppe da dove arrivarono Gengis Khan e i suoi uomini, c’è già qualche progetto comune che sta nascendo tra Mongolia e Polonia.
Grazie ad una donna che crede nei suoi sogni che ha seminato qualcosa che crescerà nel cuore delle persone che ha incontrato, e grazie anche a due cavalli delle steppe che sono stati sicuramente una testa di ponte impagabile nell’avvicinarsi agli altri perché la gente di cavalli si riconosce, quando si incontra.
Ora Paola sta tornando a casa, a cavallo, con tutti i suoi ricordi e tante cose da raccontarci: aspettiamo di vederla e di abbracciarla.
Per leggerla nel frattempo non perdetevi Cavallo Magazine: ogni mese c’è un suo articolo sul viaggio che sta compiendo.
Nel video potete ascoltare l’inno interrotto che risuona ogni giorno nella piazza del Mercato di Cracovia.