Roma, 1 giugno 2020 – Una festa della Repubblica senza parate militari domani, e senza cavalli che sfilano in via dei Fori Imperiali.
Quello di quest’anno sarà sicuramente un modo diverso di ricordare il 2 e 3 giugno del 1946, le date del referendum istituzionale che decise il passaggio dell’Italia dalla monarchia alla repubblica.
Una festa in sordina perché le restrizioni da Coronavirus hanno cambiato tutte le nostre abitudini negli ultimi mesi.
Ma noi vogliamo festeggiare e ricordare questo giorno così importante per noi italiani con i Corazzieri, che rappresentano la continuità delle nostre istituzioni anche attraverso i cambiamenti storici e sociali.
Una lunga storia d’onore, la loro.
Corazze lucide, cavalli imponenti dal mantello scuro, il bordo dell’elmo mette in ombra gli occhi dei corazzieri e marca il distacco imposto da un compito severo.
Altissimi, scintillanti, impenetrabili: siamo abituati a vederli così nelle cerimonie che vedono impegnato il nostro Presidente della Repubblica.
Un passo dietro di lui sempre due Corazzieri a ricordare con fermezza che loro sono lì per proteggerlo.
La loro stessa ragione d’essere è tutta in questo obiettivo, sono i custodi della sua persona e della sua casa e, un po’ come colonne d’Ercole, segnano il limite tra pubblico e privato di chi ci rappresenta tutti.
Sfilano per Roma e solo in una città al di sopra del tempo come Roma può sembrare normale veder sfilare un reparto di cavalleria pesante mentre cerchi di scattare fotografie con un aggeggio digitale.
E chi ha voglia di fare filosofia potrebbe trovare interessante che un corpo così profondamente radicato nella storia dedichi uno dei suoi momenti pubblici ad un cambio, per quanto dovuto ad una normalissima routine militare.
Durante la loro lunga storia i Corazzieri hanno cambiato molte volte denominazione, uniformi, simboli, monogrammi che decorano corazza e finimenti.
E’ cambiato anche l’oggetto della loro attenzione – prima un Re, oggi un Presidente della Repubblica.
Ma il filo conduttore è sempre lo stesso: proteggere chi ci rappresenta.
E anche se domani non sarà la solita festa della Repubblica loro sono sempre lì, nella caserma Alessandro Negri di Sanfront, vicini al Quirinale: con i loro cavalli, come sempre.