Bologna, 4 novembre 2017 – Oggi è la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, l’unica ricorrenza che in Italia abbia attraversato indenne quasi un secolo di storia e sia arrivata sin qui dal 1919.
La data è quella dell’entrata in vigore dell’Armistizio di Villa Giusti, che decretò la fine delle ostilità tra il Regio Esercito italiano e quello austro-ungarico: al di là delle ragioni più o meno patriottiche, terminò finalmente anche per noi un conflitto che aveva visto morire milioni di uomini e di animali, tra cui moltissimi cavalli e muli (gli equidi coinvolti nel conflitto furono più di 12.000.000, e ben pochi tornarono alle loro scuderie).
L’esperienza non fu ben tesaurizzata, visto che vent’anni dopo l’umanità ricascò nel dramma bellico generalizzato: forse vale la pena ricordare sempre, con pertinace costanza, questa data che sembra così lontana e poco legata alla nostra realtà di oggi anche solo per il fatto che conoscerene la genesi e ragionarci su permette di ricordare una volta di più quanto siano inutili, strumentali, strumentalizzate e idiote certe campagne di odio indirizzato ad arte verso obiettivi di volta in volta comodi a chi, nella pratica, non finirà poi mai in prima linea.
Quindi il 4 Novembre è una festa per la Pace: la guerra è brutta e cattiva e uccide, anche i cavalli.
E i muli, e le persone. Ricordatevi che c’è stata la guerra e ricordatevi come era, è l’unico modo per evitarla.