Imola, 16 dicembre 2021 – Non un lavoro ma “un vero grande amore”.
Quell’arte di maniscalco, coltivata per una vita intera, negli ultimi tempi era fra le poche cose che ancora accendevano il sorriso sul volto di Bruno Ginepri.
Si è arreso a 71 anni, alla fine di una lunga malattia, l’uomo che aveva ferrato i cavalli di tutto l’Imolese e oltre.
Emilia-Romagna, Toscana, Liguria e Veneto: un artigiano, un custode dell’arte antica conosciuto un po’ dappertutto, che da sedici anni aveva trovato casa a Mordano.
Bruno, originario di Dozza, sull’amore per i cavalli ci aveva costruito una vita: fossero da lavoro, da corsa o da passeggio erano stati loro a fargli lasciare il primo lavoro di meccanico per seguire un maniscalco castellano.
“Da quel momento mio babbo capì cosa voleva fare. Studiò e fece esperienza – lo racconta il figlio Lorenzo –. Scelse di andare di casa in casa, di scuderia in scuderia. Partiva all’alba e tornava al tramonto, sempre col sorriso sulle labbra, lavorando anche con otto animali al giorno. Ritmi impensabili per i tempi moderni”.
Negli anni Ginepri ha seguito veri e propri campioni: dagli specialisti del trotto e del completo fino ai soggetti da endurance.
“Si è sempre battuto – prosegue il figlio – perché la nostra professione venisse riconosciuta a livello statale”.
E non è un caso che Lorenzo parli di “nostra”, perché il 28enne ha ereditato già da giovanissimo la passione del padre e ha deciso di portare avanti la tradizione.
“Terminati gli studi da geometra, mio babbo mi insegnò il mestiere perché lo potessi un po’ aiutare”, spiega Lorenzo. “Fu un colpo di fulmine: capii subito che non avrei mai potuto lavorare seduto a una scrivania dietro a un computer, ma piuttosto all’aria aperta, a contatto con gli animali”.
E’ così che il ricordo di Bruno Ginepri continuerà a vivere, l’immagine di una persona “schietta, sincera e sempre disponibile per gli altri”.
“Vai con serenità Bruno, perché qui hai lasciato un buon ricordo di te” lo saluta Sergio Afflitti, dei Cavalieri sestesi, “Ci ha lasciato uno dei più grandi maestri dell’antica arte della mascalcia”.
In lutto la Bassa come la Vallata, i due figli e la moglie.
L’ultimo saluto allo storico maniscalco si terrà domani nel borgo di Dozza, lì dove cominciò la vita di un uomo innamorato del suo lavoro.
Gabriele Tassi su Il Resto del Carlino di Bologna