Bologna, mercoledì 10 maggio 2023 – Mario Garofoli è nato il 7 marzo del 1922. Basta semplicemente questo dato per far capire l’importanza che ha avuto la vita di un uomo dedicata completamente all’uniforme militare e allo sport equestre.
Mario Garofoli è venuto al mondo con l’inizio del drammatico ventennio fascista, ha iniziato a montare a cavallo quando ancora gli effetti della diffusione del metodo naturale di Federico Caprilli erano al massimo della loro efficacia, ha conosciuto Piero d’Inzeo sui banchi di scuola al liceo divenendo suo amico fraterno, insieme hanno frequentato l’Accademia di Modena trovandosi nel bel mezzo di un’esercitazione il giorno 8 settembre 1943 e venendo abbandonati in montagna dagli ufficiali loro maestri e insegnanti alla notizia dell’armistizio, insieme hanno iniziato una marcia di ritorno verso Roma a piedi lungo quattrocento chilometri braccati dai nazisti, insieme hanno dato vita alla rinascita del salto ostacoli azzurro dopo i disastri della guerra guidati da Gerardo Conforti e con Ranieri di Campello come presidente della Fise, insieme hanno affrontato i primi importanti concorsi ippici internazionali della nuova epoca dell’Italia…
E poi il nome Garofoli è poi inestricabilmente legato a quello dell’ippodromo militare di Tor di Quinto, uno dei luoghi ‘sacri’ dello sport equestre italiano a partire da quando venne creata proprio lì la succursale della Scuola Militare di Pinerolo con l’istituzione del primo corso di equitazione di campagna nel 1891. Nel 1951 tuttavia i cavalli spariscono da Tor di Quinto, struttura che viene convertita a campo di addestramento per i mezzi corazzati: l’uomo che deve obbedire all’ordine di ammainare la bandiera con le fiamme arancioni della Scuola è il papà di Mario, il colonnello Federico Garofoli. Ma nel 1967 i vertici militari decidono di ridare a Tor di Quinto la sua antica e nobile identità: esecutore di questo progetto è il generale Franco Melotti, il quale si avvale della fondamentale e imprescindibile collaborazione del suo braccio destro, l’uomo che di fatto realizza l’opera. Chi? Il tenente colonnello Mario Garofoli… proprio lui, il figlio di Federico. Mario si mette alacremente al lavoro: un’opera non facile se si pensa a come i mezzi corazzati possono aver ridotto terreni e strutture… Il 30 maggio 1969 è il giorno in cui si può annunciare il compimento del progetto: Tor di Quinto ospita la prima giornata di corse del rinato ippodromo.
Mario Garofoli inoltre sarà alla guida del concorso ippico internazionale ufficiale di Roma insieme a Fabrizio Finesi dall’inizio degli anni Ottanta fino al 1997: un arco di tempo durante il quale si è sviluppato il difficilissimo processo di adeguamento di un evento di concezione rigorosamente tradizionalistica alle più moderne realtà organizzative. Per Mario Garofoli non è stato un compito certamente facile: a cui lui ha comunque dedicato tutto sé stesso senza alcun risparmio.
Mario Garofoli ci ha lasciato questa mattina: all’età di 101 anni, lucido fino alla fine, animato da quel suo spirito meraviglioso di uomo arguto, buono, spiritoso, profondamente gentile. Chi l’ha conosciuto non potrà dimenticarlo mai per tutto quello che lui ha fatto e per tutto quello che lui è stato. E chi non l’ha conosciuto… sappia che oggi ci lascia un personaggio che ha avuto un ruolo importantissimo nella vita dello sport equestre italiano.