Bologna, venerdì 3 settembre 2021 – Il mondo dell’equitazione, il mondo dei cavalli, il mondo dello sport, il mondo della conoscenza da questa notte diventano più poveri: la morte di Albert Moyersoen come prima conseguenza ha quella di rappresentare un grande dolore per tutti i componenti della sua grande famiglia, ma al di fuori della sfera della vita privata significa la perdita di un enorme patrimonio di conoscenza. O per meglio dire: di sapienza. Una sapienza che Albert Moyersoen aveva accumulato dentro sé stesso grazie soprattutto a due caratteristiche del suo essere persona: passione e curiosità.
Nato novantacinque anni or sono ad Aalst, in Belgio, Albert Moyersoen proviene da una famiglia che ha avuto tra i suoi componenti importanti rappresentanti della vita politica belga, tra i quali il nonno presidente del Senato e insignito del titolo di barone, e uno zio ministro. Ma il giovane Albert non è attratto dalla vita della politica: a lui fin da bambino interessano i cavalli. Appena diciassettenne si arruola nelle file dell’esercito inglese come volontario durante la seconda guerra mondiale: quando la Germania viene sconfitta i comandanti alleati lo incaricano di visitare alcune fattorie di contadini tedeschi per reperire stalloni da inviare in patria… Il legame con il mondo dei cavalli si stringe sempre di più: Albert vuole sapere, vuole conoscere, vuole imparare, senza riferirsi a un argomento specifico perché a lui interessa semplicemente tutto quello che è possibile vivere insieme a un cavallo. E questa sarà la regola base di tutta la sua lunga esistenza.
Un fondamentale cambiamento nella vita del giovane Moyersoen avviene nel 1952. Accompagnando le sorelle in una vacanza in Italia, Albert incontra Paola Stabilini: si innamorano, si sposano, si stabiliscono alle porte di Milano nella cascina La Longora che Albert stesso nel corso degli anni trasformerà da azienda agricola in senso lato a vero e proprio centro dedicato alle attività da svolgersi a cavallo e con il cavallo. Alla Longora Albert Moyersoen mette a frutto la sua vasta competenza maturata oltretutto durante un lungo periodo trascorso in Francia, all’Haras du Pin, prima ancora di arrivare in Italia: in quello che rappresenta ancora oggi uno dei centri più significativi sia per l’allevamento sia per lo sport francesi, Albert Moyersoen sviluppa la grande passione per gli attacchi che in seguito lo porterà a fondare il Italia il Gruppo Italiano Attacchi, divenendo egli stesso uno dei punti di riferimento fondamentali per tutti coloro i quali si avvicineranno a questa difficile e affascinante disciplina. Ma ugualmente significativo per Albert Moyersoen sarà il 1962, che lui trascorre interamente in Portogallo al fianco di quello straordinario personaggio che risponde al nome di Nuno Oliveira: e saranno molti i cavalli lusitani che Moyersoen farà in seguito arrivare alla Longora. Nella sua inesauribile voglia di diffondere la passione e l’interesse per la vita con i cavalli, Albert Moyersoen proprio alla Longora insieme alla figlia Francesca fonderà a metà degli anni Sessanta un vero e proprio pony club, praticamente l’antesignano di tutto quello che accadrà con i pony in Italia da quel momento in poi.
Salto ostacoli, dressage, completo, attacchi, addestramento, allevamento: tutto questo è stata la vita di Albert Moyersoen. E tutto questo è stato trasferito ai suoi quattro figli – Francesca, Filippo, Jean Marie e Joseph – tra i quali Filippo è divenuto lo splendido fuoriclasse del salto ostacoli azzurro e internazionale che tutti noi conosciamo e amiamo.
Proprio Filippo racconta che fino agli ultimi giorni di lucidità suo padre si emozionava ancora nel vedere i video dei suoi percorsi che lui gli portava in ospedale: perché quella per i cavalli è stata una passione che ha accompagnato Albert Moyersoen davvero dall’inizio alla fine della sua vita. Una vita lunga e piena di cose, vissuta in modo riservato e discreto, elegante e appassionato, divulgando conoscenza e sapere a vantaggio di chi ha dimostrato di voler apprendere e imparare. Questa notte Francesca, Filippo, Jean Marie e Joseph hanno perduto il papà: il mondo dell’equitazione ha perduto un punto di riferimento.