Montanaso Lombardo (LO), 8 giugno 2018 – In molti sapevamo. Ma non se ne parlava. Come se, sotto silenzio, la cosa non esistesse. E anche per per quel po’ di sgomento e di paura che ci prende di fronte alla sofferenza, alla morte. Settimana scorsa ai campionati regionali lombardi, da Etrea, metà o forse più degli istruttori che accompagnavano amazzoni e cavalieri in gara, erano stati suoi allievi. Ma non se ne parlava, solo qualche domanda, poche risposte. Poi ieri, 7 giugno, inattesa nonostante tutto, la telefonata triste di Antonio dell’Orto, neo-coordinatore del Comitato regionale lombardo: «Claudio Bonati ha smesso di soffrire. I funerali si terranno sabato mattina alle 9.00 a Montanaso».
Da più di trent’anni la Coccarda, il centro ippico di Claudio Bonati a Montanaso Lombardo, due passi da Lodi, era diventata grazie a lui la “Scuola” degli istruttori federali in Lombardia, e non solo. Perché Claudio era il Maestro di tutti loro, preposto all’insegnamento e alla formazione degli istruttori nientemeno che da Graziano Mancinelli, all’epoca presidente del Comitato regionale lombardo. Mancinelli, con il suo proverbiale intuito e visione delle cose, sapeva che Bonati era nato per insegnare l’equitazione. Chi scrive teneva una baia olandese piuttosto complicata a La Coccarda, e arrivando al maneggio trovava spesso Claudo Bonati nel piccolo “chalet” fuori dalla Club House, assorto nel disegnare grafici e geroglifici con i quali sezionava, studiava e ricomponeva la meccanica del movimento del cavallo. Che poi reinterpretava in sella o spiegava con estro e meticolosità ai suoi allievi durante le riprese in maneggio. Presto le sue capacità oltrepassarono i confini lombardi e diventò docente di molti corsi e stages per istruttori federali. A La Coccarda si vide più di una volta l’allora presidente Fise, Mauro Checcoli, che della formazione di istruttori e cavalieri è stato sempre il più fervido sostenitore.
Nato a Milano nel 1950, Claudio Bonati da ragazzo frequentava la Scuola di equitazione del Maestro Menicanti a Monza, stringendo presto amicizia con altri due giovani molto promettenti, anche se un po’ discoli: “Robertino” Arioldi e Uberto Lupinetti (il capo-banda però era un altro, Massimo Villa, un ragazzo ricco che arrivava al maneggio da Milano con l’autista, anche scelse un altro lavoro, monta a cavallo ancora oggi, a La Coccarda naturalmente). L’introverso e taciturno Bonati pur gareggiando in salto ostacoli scelse la strada dell’istruzione. Anni dopo, quando Peppino Moretti nel 1989 divenne presidente dell’Anie, lo volle nel Consiglio dell’associazione, carica che Bonati ha sempre mantenuto. Istruttore federale laureatosi ai Pratoni, Terzo livello e Master d’Eccellenza, era grande addestratore di cavalli giovani. La sua “base” caprilliana, imperniata sull’osservazione del cavallo scosso, lo portò a eccellere nel lavoro del cavallo non montato. Ma era anche studioso del dressage, in particolare del Baucher, rivalutato attraverso la conoscenza di Philippe Karl e delle osservazioni più recenti. L’altro pilastro de La Coccarda è sempre stata ed è tutt’ora la moglie di Claudio, Daniela Giannitrapani, a sua volta notissima istruttrice federale specializzata nell’equitazione giovanile coi pony e nel volteggio. Oggi la affianca il figlio Davide, cavaliere, istruttore e destinatario di questa preziosa eredità.
Ciuffo scuro un po’ ribelle al vento, baffetti curati e sguardo penetrante, con la giacca di renna e gli stivali marroni lucidissimi, toscano in bocca: così ci piace pensare a Claudio Bonati. Ci pare di sentire la sua voce potente e misurata raggiungerci attraverso il maneggio e lasciare il segno. Come lui ha lasciato nella sua vita, conclusa troppo presto, e in quella di tutti noi. Ciao Claudio, sono stati anni formidabili.
A Daniela e a Davide, a tutta la famiglia Bonati un grande, affettuoso abbraccio.
Paolo Manili