Bologna, 20 settembre 2024 – Enrico Querci ha sempre creduto moltissimo nell’importanza della sua storia di vita.
Parliamo di Laghat, il Purosangue Inglese cieco a causa di una malattia degenerativa che nonostante questo handicap (è il caso di dire!…) ha corso e vinto in pista: e ora il libro che lo racconta sta diventando un film.
Il primo ciak è stato dato a Cinecittà in questi giorni, liberamente ispirate al libro di Querci “Laghat, il cavallo normalmente diverso”: regista Michel Zampino, che con Heidrun Schleef ne ha curato anche la sceneggiatura.
“Le riprese avranno una durata di sei settimane e si svolgeranno a Roma (ippodromo di Capannelle e varie location nella Tuscia) e proseguiranno a Pisa (ippodromo di San Rossore e all’interno del Parco Naturale di Migliarino) per poi terminare a Parigi.
Il film è prodotto da VIDEA Produzioni e ALBA Produzioni in coproduzione con la società Francese AD Productions e segna, per il gruppo VIDEA, a seguito del recente cambio di proprietà, l’avvio di un nuovo percorso artistico ed industriale. In particolare, il gruppo, disponendo di storici teatri di posa, di un know how consolidato e di un team di professionisti competenti e appassionati si propone come un player valido ed affidabile”, da Cinema Italiano.
Inutile dire quanto ci renda felici sapere che una storia che abbiamo visto nascere dall’inizio sia apprezzata anche al di fuori del ristretto mondo dei cavalli, e della nicchia ancora più esclusiva dell’ippica.
E’ bello che dopo gli articoli, i libri per iniziati e gente del settore anche altre persone possano lasciarsi affascinare dalla normale diversità di Laghat.
Che porta i suoi 21 anni con la leggerezza di un puledro nel suo paddock dove vanno a trovarlo tanti amici.
Intravede appena qualche ombra da un occhio, Laghat, eppure ha il cuore sereno come se gli bastasse sentirlo caldo sulla sua groppa, il sole, per essere felice e stare bene.
Sì, vogliamo sentire raccontarla in mille modi la sua storia, mille volte ancora: perché ci fa bene.
“Lorenzo Guidi, Carlotta Antonelli, Hippolyte Girardot e Edoardo Pesce sono i protagonisti di una delle pagine più belle ed emozionanti dello sport italiano: una storia di reciproca fiducia tra un purosangue e un giovane fantino, un legame unico e autentico, una riflessione sulla diversità.
SINOSSI. Andrea, 21 anni, orfano di madre, si dedica agli affari del padre, un noto antiquario che esercita un forte ascendente su di lui. L’incontro casuale con Tony, il suo ex allenatore alla scuola ippica di San Rossore, spinge Andrea a credere di poter tornare il fantino vincente che era prima di abbandonare le corse. Purtroppo, l’unico cavallo che Tony è disposto a dargli è Laghat, un purosangue eccezionale ma con una grave menomazione agli occhi. Inizia per Andrea una sfida sportiva e umana che lo farà maturare non solo come fantino ma anche come uomo…”