Bologna, domenica 7 gennaio 2024 – La grandezza smisurata di Alessandro Argenton non sta tanto nelle sue vittorie, che pure sono innumerevoli e del massimo prestigio internazionale. No: la grandezza di Alessandro Argenton sta nel suo essere uomo di cavalli, sta nel modo in cui lui ha vissuto una vita interamente dedicata a una passione che l’ha visto diventare campione dello sport equestre, più che di una specifica disciplina.
Ciò premesso, è però ovvio che sia il completo l’ambito agonistico nel quale la figura di Alessandro Argenton è quella di un gigante: e tale rimarrà per sempre. Basterebbero le sue due medaglie olimpiche a testimoniarlo: quella d’oro a squadre a Tokyo 1964 su Scottie (dove però il suo risultato individuale non fu tra i suoi migliori) e quella d’argento individuale a Monaco 1972 su Woodland. Ma in realtà quelle due medaglie rappresentano ‘semplicemente’ il vertice di una carriera che ha visto Alessandro Argenton – Sandro per tutti – come figura imprescindibile per il completo italiano: sempre, dal 1960 a oggi.
Nato l’11 febbraio del 1937, figlio di quel Mario Argenton che oltre a essere stato un grande campione in pista (170 vittorie di cui 112 in ostacoli e 58 in piano) ha inciso il suo nome nella storia d’Italia grazie alle sue eroiche imprese prima in guerra e poi come partigiano, Sandro ha iniziato a montare a cavallo prima a Torino, poi a Roma alla Società Ippica Romana allievo di Giuseppe Chiantia insieme a Graziano Mancinelli (nati entrambi nel febbraio del 1937, a sette giorni di distanza l’uno dall’altro). Proprio a Roma conoscerà Paolo Cavatorta (il quale da cavaliere parteciperà al ritiro preolimpico ai Pratoni del Vivaro in vista di Tokyo 1964), futuro architetto al quale i fratelli Argenton – Ruggero nato nel 1939 – affideranno la realizzazione del loro centro ippico a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, che verrà inaugurato nel 1972 con il nome di Centro Equestre Veneto.
La carriera di Alessandro Argenton lo vede partecipare in completo alle Olimpiadi di Roma 1960, Tokyo 1964, Città del Messico 1968, Monaco 1972 e Montreal 1976. Istruttore, dirigente, punto di riferimento luminoso e figura di ispirazione per decine e decine di amazzoni e cavalieri, Alessandro Argenton ci ha lasciato questa mattina. E’ una perdita enorme e dolorosissima per l’intera famiglia dello sport equestre azzurro: ma proprio per questo tutti noi – donne e uomini di cavalli – dobbiamo essere felici e orgogliosi di aver avuto un campione e un uomo del suo calibro come rappresentante dello sport equestre azzurro ai massimi livelli mondiali.