Dusseldorf, 20 luglio 2022 – Cominciamo da lei perché è la prima persona che abbiamo incontrato all’aeroporto in Germania: vederla arrivare di corsa, sorridente e coi lunghi capelli al vento sembrava la scena di un film, devono essersi voltati anche i muri a guardarla.
Lei è Amalia Gnecchi Ruscone: studi in lingue straniere, proveniente da una famiglia di solida tradizione e con un papà che è una istituzione per la cultura equestre in generale e quella degli Attacchi in particolare.
Anche lei fa parte della famiglia di Cavalluna, e nello spettacolo “La leggenda del Deserto” interpreta l’Amazzone della Terra.
Che sulle arie del più classico Dressage ricama assolo di monta all’amazzone, perché è questa la disciplina preferita di Amalia che con la sua cavalla Atrevida danza secondo le leggi di questa monta così delicata ed elegante, ma anche esigente e profonda.
Come è anche Amalia, ci sembra: delicata come una farfalla ma capace di passare dal comodo mondo di casa al circo luccicante dello spettacolo equestre rimanendo comunque e sempre se stessa.
Ma come è avvenuto questo passaggio, dai legni sofisticati di papà Carlo alla pista di Cavalluna?
Lo chiediamo a lei, ovviamente.
“In realtà ho abbandonato gli attacchi abbastanza presto, e non so se è stato così facile per mio padre accettarlo” ci spiega Amalia. “Ma sin da piccola sentivo tanto la mancanza di contatto fisico con il cavallo”.
Eleganza per eleganza, si è scelta una disciplina particolare come la monta aside e con altre appassionate ha dato vita ad Aima, la Associazione italiana monta all’amazzone.
“E’ una disciplina che amo” continua, “e con Atrevida ho una grande connessione. Nella sella da amazzone la cosa complicata sono gli aiuti: una delle gambe è sostituita solo dal frustino, occorre molto lavoro per raggiungere buoni risultati. E ci vuole un cavallo che abbia voglia di farti qualche regalo: e lei, la mia Atrevida, è specialista nel far regali”.
Quando ha cominciato a lavorare con Cavalluna?
“Nel 2017 a Monaco di Baviera con qualche comparsa nella tournée di allora. Quest’anno interpreto la parte di una delle amazzoni degli elementi che combattono a fianco della Principessa Samira”.
Perché le amazzoni sono sempre amazzoni, con qualunque tipo di sella, ma…con quella giusta, anche un po’ di più.
Cosa ci è piaciuto del suo numero.
La reattività di Atrevida, la leggerezza di Amalia, la loro precisione insieme. Il costume di scena così selvaggio e lontano dalle mise abituali delle amazzoni vittoriane che per contrasto sottolineava l’eleganza di movimenti del binomio.
Poi quella polvere che scende dall’alto nelle sciabolate di luce che disegnano lo spazio, facendo vivere per qualche attimo delle architetture da favola nel vuoto della pista…un incanto.