Martina Franca, 19 maggio 2021 – Chi li conosce sa che a questo obiettivo loro stavano lavorando da tanti anni.
Loro sono Anamf, gli allevatori dei cavalli delle Murge e dell’asino di Martina Franca, che dal 2008 – anno in cui fu istituito il Libro Genealogico della razza Murgese – non hanno mai abbandonato l’idea di poterlo gestire in autonomia.
Ora quell’obiettivo è stato raggiunto: è di ieri il comunicato ufficiale con il quale Anamf dà notizia del Decreto datato 17 maggio 2021 con cui il Ministero per le Politiche Agricole ha disposto il riconoscimento della stessa Anamf come Ente Selezionatore.
Nello stesso è stato anche stabilito che, dopo il passaggio dei dati dei libri genealogici delle due razze saranno approvati i rispettivi programmi genetici e trasferita la loro gestione ad Anamf.
Abbiamo chiesto al presidente della Associazione Nazionale Allevatori cavallo delle Murge e asino di Martina Franca, Leonardo Fusillo, come si senta dopo aver finalmente raggiunto questo obiettivo.
“Adesso sono un po’ più tranquillo, in questi giorni ero sotto pressione per il ritardo ma finalmente ieri è arrivato il Decreto ufficiale. Siamo tutti molto soddisfatti, qualcuno non se lo aspettava nemmeno veramente perché era un’impresa difficile da raggiungere. Ma con tanta buona volontà e anche un po’ di testardaggine ce l’abbiamo fatta”.
E adesso cosa farete?
“Come prima cosa dobbiamo fare un affiancamento di qualche mese con Anacrhai, che è subentrata ad Aia nella gestione del Libro Genealogico un anno e mezzo fa, dopo che la nuova legge europea aveva escluso che se ne potessero occupare associazioni di servizio. Poi ottenere l’approvazione dei Programmi Genetici d’Origine. Dovremo implementare i metodi e organizzarci e quindi far funzionare il libro genealogico come fanno già altre razze. Inizieremo il percorso per arrivare ai performance test, individueremo e lavoreremo sugli indici morfologici e vogliamo avere un più stretto rapporto con gli esperti di razza. Il loro è un contributo fondamentale, non possiamo vederli solo una volta l’anno in occasione della rassegna: crediamo sia necessario poterli incontrare più spesso per confrontarci e discutere insieme delle migliori modalità di lavoro da adottare”.
La cosa più importante?
“Stare insieme, riuscire a fare squadra: ho chiesto a consiglieri e allevatori di concentrarsi sulla necessità di lavorare uniti, perché c’è tanto da fare. Ma con tranquillità riusciremo a darci un buon programma e a svolgerlo: con un iter ben preciso da seguire, senza farsi ingannare dall’idea di poter ottenere tutto e subito. Dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi consolidandoli man mano, farli veramente nostri con pazienza”.
Per dirla con una frase fatta: avete voluto la bicicletta…
“…e ora dobbiamo pedalare! Cercando di sbagliare il meno possibile, confrontandoci con chi lo ha fatto prima di noi. Noi mettiamo la nostra esperienza con i nostri cavalli, e la conoscenza che abbiamo delle loro caratteristiche peculiari. Ma è il momento di imparare da chi è più avanti di noi su questa stessa strada”.
Su cosa punterete l’obiettivo di selezione del cavallo delle Murge?
“Aggiungeremo molta attenzione alle caratteristiche funzionali: cavalcabilità e andature prima di tutto. Perché il Murgese deve continuare ad essere il cavallo che è, ma sempre più piacevole da montare. I nostri cavalli sono già capaci di mettersi alla prova in ogni ambito, dobbiamo semplicemente porre attenzione a quelle caratteristiche che formano la base di ogni buon cavallo e valorizzarle attraverso la selezione ancora più mirata”.
Ma un desiderio da qualche parte le è rimasto, presidente Fusillo?
“Sì: che noi allevatori capiamo sempre meglio cosa voglia dire fare associazionismo. Perché significa lavorare insieme senza puntare il dito contro nessuno, lasciando perdere tutto quello che divide e pensando invece a unirsi, fare gruppo e squadra. Solo così si fa la differenza. Dimentichiamo tutti i discorsi si chi ha fatto o non ha fatto: è inutile, controproducente, uno spreco di tempo ed energie. Applichiamoci su questo aspetto e tutto andrà per il meglio: il nostro cavallo migliorerà ancora, ma dobbiamo cambiare anche noi”.
Una emozione che non dimenticherà, in questo lungo viaggio verso il riconoscimento?
“La risposta data dagli allevatori quando abbiamo deciso di fare la raccolta fondi per raggiungere la quota necessaria da portare in Prefettura per il riconoscimento. Sono rimasto sbalordito, in un mese abbiamo raggiunto l’obiettivo perché la risposta di allevatori e appassionati è stata concreta, immediata e concorde. E questo mi ha veramente fatto bene, perché ho sentito tutta la loro fiducia”.
Una bellissima vittoria.
“Sì, perché è stata la vittoria di tutti: abbiamo agito come un gruppo unito ed è solo così che si vincono le battaglie, un cane sciolto non arriva da nessuna parte. Per me è stata una bellissima esperienza tutta, in ogni momento. Quando mi hanno eletto era la prima volta che presiedevo una associazione, all’inizio ero timoroso, non sapevo bene come muovermi. Così l’ho gestita con gli stessi criteri con cui gestisco da sempre la mia attività, e alla fine ho ottenuto quello che era anche un mio desiderio”.
Non mi stancherò mai di fare gruppo, di chiamare anche gli altri a essere uniti, a essere una famiglia. Perché quello significa essere associazione: e come si dovrebbe fare in ogni famiglia essere aperti, dire subito quando non è chiaro qualcosa, evitare le polemiche per non sprecare inutilmente energie.
Come chiudiamo, Presidente?
“Chiudere? Ma noi stiamo partendo adesso: abbiamo chiesto la collaborazione di Anacrhai per partire con il piede giusto, e sarà solo l’inizio. Voglio ringraziare tutti i miei amici consiglieri e allevatori, la mia famiglia che mi ha sopportato nei momenti in cui ero nervoso e stressato, le instancabili dipendenti Anamf – la preziosa Cosima Caroli e la dottoressa Grazia Bramante – e non ultimo l’avvocato Michele Santoro, che ci è sempre stato vicino. E adesso andiamo avanti, insieme: perché abbiamo tanto lavoro da fare”.