Bologna, 31 luglio 2018 – Il fenomeno delle fake news o – per dirla alla nostrana – delle ‘bufale’ è diventato di sempre maggior consistenza nel mondo della comunicazione. Per meglio dire: di una ‘certa’ comunicazione. Si tratta di un fenomeno gravissimo: fornire all’opinione pubblica volontariamente, consapevolmente e scientemente notizie sbagliate, fuorvianti, disinformanti allo scopo di pilotare il pensiero e le idee delle persone in una direzione completamente opposta a quella della realtà, in funzione di un interesse che ovviamente non è quello della collettività. Perché l’interesse della collettività è quello di ricevere un’informazione corretta, vera, equilibrata, verificata, certa. Da quando però le tecnologie digitali ed elettroniche hanno invaso la nostra vita siamo tutti esposti in maniera indiscriminata agli attacchi di chi – giocando sulla buona fede e la correttezza morale della più gran parte delle persone – manipola la realtà a proprio uso e consumo: a partire dai deficienti che si divertono sui social media con le idiozie più becere, per finire agli alti livelli della politica e dell’economia internazionali. Ma nell’un caso come nell’altro l’ignobile principio di base è il medesimo: manipolare l’informazione per portare l’opinione pubblica a credere ciò che non è.
In un recente incontro pubblico a Cesenatico lo scorso 28 luglio Davide Casaleggio (presidente della Casaleggio Associati e presidente e fondatore della piattaforma Rousseau) in risposta a una domanda proprio sulle fake news ha affermato come riportato dall’Ansa: “Io le fake news le leggo sempre più spesso sui giornali e sui quotidiani di carta”. Ebbene, tale grave affermazione non poteva passare inosservata proprio nel momento in cui la incontrollata libertà che circola sul web si contrappone in modo evidente alla certificazione dell’informazione garantita dai giornali e dai periodici che rispondono a regole e doveri precisi. Così si è alzata la voce dell’uomo che in questo momento rappresenta il mondo dell’editoria italiana, cioè Andrea Riffeser Monti, presidente della Federazione Italiana Editori Giornali (la Fieg). “Quando Casaleggio afferma che le fake news le legge sui giornali, commette una grossa scorrettezza verso i giornalisti e verso i 2,7 milioni di italiani che ogni giorno si recano in un punto vendita per acquistare un quotidiano”, ha dichiarato Andrea Riffeser Monti all’Ansa. Per poi proseguire: “Non dobbiamo dimenticare che è proprio grazie al lavoro di editori e giornalisti che quotidianamente viene offerta ai lettori la garanzia di una informazione verificata e verificabile sia sulla carta sia on line, mentre non è sempre possibile risalire alle fonti delle notizie on line dei portali che non sono riconducibili al lavoro dei giornalisti e dei loro editori”.
Ebbene, noi qui ci occupiamo di cavalli e di sport (peraltro il mondo dei cavalli e dello sport non è immune da questo esecrabile fenomeno delle fake news… ). E siamo giornalisti: crediamo nel nostro lavoro e nel lavoro di tutti i nostri colleghi, sappiamo che il nostro compito (piccolo o grande che sia) è comunque quello di raccontare le cose per come sono e per come accadono. Andrea Riffeser Monti non è ‘solo’ il presidente della Fieg: è anche e prima di tutto un editore. E non è ‘solo’ un editore: è il nostro editore. L’editore che sta alla guida del Gruppo Poligrafici (il cui QN Quotidiano Nazionale è da un anno il primo quotidiano italiano per copie giornaliere vendute in edicola) e l’editore di Cavallo Magazine, cioè del giornale che state leggendo adesso su queste pagine elettroniche e di quello cartaceo che si acquista in edicola o che si riceve a casa in abbonamento postale. Noi giornalisti di Cavallo Magazine siamo orgogliosi del fatto che il nostro editore nonché presidente della Fieg abbia dichiarato ciò che Andrea Riffeser Monti ha dichiarato in risposta alle affermazioni di Davide Casaleggio. Per il ruolo istituzionale che lui riveste nei confronti del mondo della comunicazione in Italia, e per il ruolo più personale e circoscritto che riveste nel guidare l’impresa per la quale tutti noi lavoriamo con impegno, amore e dedizione. E perché il fenomeno delle fake news è un’offesa insopportabile al nostro senso dell’etica professionale, al nostro impegno professionale, al nostro amore per la professione e per la comunicazione. Le cose importanti vanno dette: e Andrea Riffeser Monti le ha dette. Per noi giornalisti ma soprattutto per voi lettori tutto ciò è di grande significato.