Londra, 9 giugno 2018 – Una moltitudine di Gipsy Vanners e pony, per la maggior parte pezzati, che sciamano per le strade di un agricolo paesino della Cumbria, tra bagni pacifici nelle acque del fiume Eden di cavalli e cavalieri e meno serafiche trottate o galoppate sulle strade della cittadina.
E’ l’immagine che viene in mente pensando alla Appleby Horse Fair, uno dei più folkloristici e conosciuti appuntamenti della comunità romani britannica: richiama ogni anno 40.000 persone e molti appassionati, ma anche parecchie critiche sulle modalità di gestione dei cavalli oltre che sull’impatto che ha questa massa di persone e animali sulle condizioni dell’igiene pubblica del posto e sulla (diciamo) tranquillità sociale durante il week-end.
Ma che i dolci e disponibili cavallini dalle gambe fioccose e il mantello da hobby horse siano adorabili, è fuori di dubbio: e infatti i Gipsy Vanner hanno legioni di fans scatenati in tutto il globo, Italia compresa.
Che però incontrano a volte qualche difficoltà ad informarsi sui loro beniamini, faticando a trovare notizie che li riguardano sui libri.
Come mai, direte voi? un po’ perché i Gipsy Vanner sono chiamati anche Tinker, e questo crea confusione.
Ma principalmente perché sino al 1996 non erano riconosciuti come razza e non esisteva nessuno stud-book che li riguardasse: sino ad allora infatti erano classificati sotto la denominazione di Irish Cob.
E cosa sono i cob? cavalli di piccola statura e robusti, poco più grandi di un pony e con un modello improntato ad una energica solidità: per cob si intende quindi un tipo equino, e non una razza.