Frosinone, 9 settembre 2023 – Come ha ben detto qualcuno che conosce l’ambiente, si è trattato di un esperimento: ma noi che eravamo lì possiamo dire, con cognizione di causa, che il risultato è stato un successo.
Stiamo parlando della due giorni di Atina, in provincia di Frosinone, che il Centro regionale e sportivo Libertas Lazio ha dedicato ai pony di Esperia e al loro mondo.
Obiettivo dell’esperienza: certificare la capacità dei pony di Esperia di soddisfare le esigenze di giovani cavalieri che si vogliano dedicare agli sport equestri.
Una conclusione da raggiungere servendosi di condizioni e analisi precise: location, contributo tecnico, supporto allevatoriale, operatività, situazione ambientale, qualità degli elementi a disposizione.
In questo caso di studio, la location era quella della Associazione ippica Atina, in piena Cociaria.
Un centro moderno, comodo per i cavalli e per i cavalieri, bello anche dal punto di vista estetico con due grandi campi, uno in sabbia silicea e uno in erba e un campo prova coperto sempre in silicea. Studiato per ospitare eventi equestri a più stelle. Ma in questo caso con un pregio impagabile: ha come sfondo le stesse montagne, gli stessi boschi in cui nascono e crescono i pony di Esperia.
Il contributo tecnico equestre è stato garantito dal dottor Roberto Alzati, medico veterinario dalla solida esperienza in campo ippico e sportivo.
Ha valutato i pony con l’occhio di chi pensa agli sport equestri, osservandoli nella presentazione a mano e nel salto in libertà. Il suo giudizio: “La qualità dei soggetti che ho visto è stata superiore alle mie aspettative. Se gestiti bene da puledri possono diventare molto utili per l’apprendimento dell’equitazione per i bambini, perché sono pony ben insanguati, con una morfologia fine ed elegante”.
L’Associazione allevatori del pony di Esperia, di cui è presidente Sebastiano Faustini, rappresenta 164 allevatori e circa 1600 soggetti iscritti al registro anagrafico. Ha scelto il supporto di Anareai per quanto riguarda le procedure allevatoriali.
Ad Atina era infatti presente per Anareai il dotto Fabio Rossi, medico veterinario,
Rossi ha effettuato le misurazioni e i prelievi necessari non solo ad identificare i soggetti iscritti alla rassegna, ma anche a compilare per ognuno di loro la scheda lineare. Lo strumento principe dell’allevamento moderno. Che mira a valutare i riproduttori, stalloni e fattrici, secondo le caratteristiche dei loro prodotti.
Un passo particolarmente importante per una razza come quella di Esperia che può contare su un numero di soggetti molto limitato: ottimizzare le monte in modo consapevole è fondamentale per il futuro di questo pony.
L’operatività di Libertas è stata la scintilla che ha innescato la 1° Rassegna nazionale del Pony di Esperia
Il referente del dipartimento equitazione Achille Iacovelli, mai domo, ha incoraggiato, sostenuto e premiato allevatori, proprietari, amazzoni e cavalieri.
L’impagabile Ugo Filosa del centro ippico Free Ride di Formia è stato il jolly dell’evento. Ha disegnato percorsi, spostato ostacoli, alzato e abbassato barriere, supportato allievi, risolto problemi senza soluzione di continuità.
Gente così vale tanto oro quanto pesa: quindi è molto meglio non costringerli a una dieta troppo rigorosa, in fondo.
L’ambiente è fatto dalle persone che lo vivono: e la gente che sta attorno ai pony di Esperia si è rivelata preziosa.
Perché tutti gli allevatori e tutti i proprietari, tutti i cavalieri e le amazzoni – grandi o piccoli che fossero – si sono presentati al meglio. In ordine, corretti, il modo più immediato di sottolineare senza tante parole l’importanza che danno ai loro cavalli, e il desiderio di creare per loro nuove possibilità.
La passione e la competenza storica dello speaker Roberto Talia, la capacità di ricerca e sintesi di Edoardo Battista, che ha scritto un magnifico libro su questo cavallo – e allevato uno stalloncino che ha portato il sangue degli Esperia in tutta Europa.
Bambini e bambine, ragazzi e ragazze in tenuta da concorso, addirittura moltissimi con il cap anche durante le presentazioni a mano: roba che credevamo di poter vedere solo in Gran Bretagna o giù di lì.
Tutti gli adulti, anche se in assenza di una tenuta ufficiale riconosciuta, vestiti in modo adeguato ad una occasione equestre e sportiva ufficiale.
Lo ripetiamo, perché non è per nulla scontato in queste occasioni. Hanno veramente fatto vedere quanto sia sentito il loro impegno nella promozione dei loro cavalli, e quanto li abbiano a cuore.
E poi loro, ovviamente: i pony di Esperia.
Fini, sottili, eleganti, ben fatti, equilibrati.
Di temperamento gentile, in tre giorni al loro fianco non abbiamo mai osservato casi di ribellione o paure da timori improvvisi nemmeno in quelli che erano stati tolti da pochi giorni dal pascolo.
Interessati a quello che succedeva attorno a loro ma mai paurosi. Svelti, con quella sicurezza di andatura, anche sulle prime barriere mai viste in vita loro, che può avere solo chi è nato e cresciuto in mezzo ai sassi e alle difficoltà.
Poi belli nella loro livrea scura, tutti in abito da sera morello: solo qualche puledra si può adornare di una stellina, o di una piccola balzana.
E piccoli come sono si portano dietro storie grandi come montagne.
Pensate che dopo la fine della seconda guerra mondiale – qui vicinissimo c’è Montecassino, luogo di una delle battaglie più feroci della WWII – i branchi di pony venivano fatti passare sui campi minati. Il motivo? Far saltare gli ordigni, in modo che i soldati potessero passare con più sicurezza.
Anche ai nostri tempi la vita non è sempre facile per questi pony. Ad esempio abbiamo ammirato in azione Tigro, per gli amici Tommasino, che è stato salvato in extremis da puledro.
Era con altri 4, i sopravvissuti di un piccolo branco, la sua mamma e un’altra fattrice erano state uccise dai lupi. Quando è stato scelto per essere portato via dal pascolo era piccolo e sparuto, magro come un chiodo perché ancora troppo piccolo per sfamarsi pascolando.
Qui ad Atina Tommasino era tondo e lucido come una castagna, sereno e allegro e bello con le sue treccine che a fatica contenevano una criniera lussuosa.
Impeccabile nella presentazione a mano, dotato nel salto in libertà. Un gioiellino nato in mezzo ai lupi, e chissà che non sia per questo che adesso ha l’aria di un cavallino decisamente felice.
E a proposito di doti e talenti, un dettaglio sulla classifica del salto in libertà: vinta da Ulisse, maschio intero di 3 anni, che si è portato molto bene sulla sequenza di salti ufficiale.
Ma non solo. Ha anche sfoggiato uno stile perfetto nel salto da fermo che, a fine percorso, gli ha permesso di superare senza sfiorarla la staccionata che delimitava il corridoio e raggiungere così una graziosa puledra in attesa di compiere la sua prova.
Chiudiamo questa breve e incompleta carrellata di ricordi made in Esperia con Denise, la Best in Show di questa prima rassegna nazionale della razza. Equilibrata ma di carattere, ha brillato sia per movimenti che per attitudine oltre che per la sua bellezza.
L’immagine che ci portiamo via di lei è in campo, mentre faceva da pony-immagine alle premiazioni di sabato pomeriggio. Curiosa, attenta, interessata a tutti quei bambini che saltavano e ridevano e a quelle bandiere che le sventolavano praticamente sul naso.
Non sapeva mica che avrebbe vinto il premio più prestigioso; e non lo sapevano nemmeno i suoi proprietari che sono esplosi in un grido di giubilo alla dichiarazione ufficiale.
Lei, Denise, non ha mosso un crine: impeccabile, serena, una vera pony di Esperia.